Era il 10 luglio del 1991 quando un misterioso killer entrava nella stanza da letto della contessa Alberica Filo della Torre, 42 anni, la strangolava e la colpiva con uno zoccolo alla testa. Proprio quel giorno, nella villa avvolta nel verde all’Olgiata, zona residenziale a nord di Roma, la contessa avrebbe dovuto festeggiare 10 anni di matrimonio con Pietro Mattei, un costruttore romano.

Fu uno dei più clamorosi delitti della storia della cronaca nera e giudiziaria della Capitale. Rimase un mistero per vent’anni, finché nuovi accertamenti portarono all’ex maggiordomo Manuel Winston Reyes, reo confesso.

Un groviglio di piste coinvolse personaggi di tutti i generi: il marito, il vicino di casa, persino funzionari dei servizi segreti. La prima inchiesta sul delitto dell'Olgiata fu archiviata nel giugno del 2005 dal procuratore aggiunto Italo Ormanni. Alla fine del 2006 fu riaperta su istanza di Pietro Mattei: il marito della vittima chiedeva di riesaminare con le nuove tecnologie i reperti trovati sul luogo dell’omicidio.

Di qui la svolta: sull’orologio della contessa e sul lenzuolo utilizzato per avvolgerle il capo, già analizzati senza alcun esito dai precedenti consulenti tecnici, furono trovate dal RIS tracce di Manuel Winston Reyes, licenziato poco tempo prima del delitto e per un breve periodo indagato. Schiacciante indizio della sua colpevolezza anche una telefonata, rimasta inascoltata per vent’anni, nella quale l’ex dipendente della famiglia discuteva con un ricettatore la vendita dei gioielli trafugati alla contessa dopo l’omicidio.

Il sospettato, arrestato per il pericolo di fuga, confessò. Condannato nel 2011 a 16 anni di reclusione, beneficiando di sconti di pena è stato scarcerato dieci anni dopo, il 10 ottobre 2021.

Reyes, alla figlia nata nel 1995, diede come nome Alberica.

(Unioneonline/D)

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