Si sono concluse, dopo quasi un mese di lavoro sul campo, le indagini archeologiche non invasive che hanno interessato Monte Sant'Antonio, Sant'Ortolu e il castello di Capula, a Siligo.
«Il gruppo di ricerca si è dovuto confrontare sui siti con dure condizioni climatiche, prossime ai 50 gradi», ha dichiarato il professore ordinario di Archeologia medievale dell'Università di Sassari, Marco Milanese, «e con un improbo lavoro di diserbo e di decespugliamento della vegetazione infestante i siti. Già al mattino presto la salita al castello di Capula prevedeva non meno di 30 minuti di pendenza stronca gambe. Anche a Sant'Ortolu tutti hanno lavorato senza risparmiarsi e la complessità del sito è emersa in modo clamoroso, mentre a Capula la planimetria del castello è emersa in modo più dettagliato rispetto alle indagini 2007».
«La Soprintendenza ha autorizzato con celerità», ha aggiunto Milanese, «ma il  Comune di Siligo si è superato per agevolare in ogni modo il lavoro del gruppo di ricerca. Ieri nella giornata di chiusura il Sindaco Giovanni Porcheddu ha dato il meglio di sé, arrampicandosi con noi, come il primo giorno, alla ricerca di un varco nella  boscaglia, al castello e fermandosi tutta la mattina ad ascoltare le spiegazioni e commentando ogni anomalia del terreno e rasatura muraria al suolo, cosa che aveva fatto il giorno prima a Sant'Ortolu».

I risultati delle indagini saranno resi noti il 2 settembre, sempre a Siligo.

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