La parola più ricorrente è "smart" nel senso di intelligente, veloce e in grado di risolvere problemi.

Applicata però ai pezzi di pista ciclabile disseminati qui e là in città con poca logica, la parola smart sembra quasi una presa in giro.

I lavori sono iniziati nel settembre del 2015 e la loro fine era stata annunciata prima per l'estate successiva e poi per la fine del 2016. Tra problemi con alcune ditte e la diatriba per il tracciato dell'alberato viale Dante, poi spostato in via Diaz, la realtà è che poco o nulla è cambiato dopo l'inaugurazione del settembre scorso fatta dal sindaco Nicola Sanna relativa al percorso viale Mancini-viale Italia, che è solo un pezzo dell'anello di 8 chilometri previsto per collegare le facoltà universitarie, gli ospedali, la sede Inps e la casa dello studente di via Verona.

In via Duca degli Abruzzi i lavori sono iniziati quasi un anno fa e resta la rete di recinzione arancio sulla fascia di asfalto affiancata al marciapiede, con disagi per i genitori che accompagnano i figli nella scuola di via Genova.

In via Rockefeller la pista è interrotta da triangoli di recinzione, mentre la storica Chiesa di San Giuseppe è inglobata dalla rete che crea problemi ai fedeli.

E di operai al lavoro, neppure l'ombra. E non perché siano andati a farsi un giro in bicicletta.
© Riproduzione riservata