Rischiava sette anni di carcere ma viene condannato “solo” a tre. Questo l’esito del processo, concluso in tribunale a Sassari, in cui un 60enne del capoluogo turritano era accusato di aver picchiato in garage, nel 2020, la persona che pensava avesse commesso dei furti a suo danno. Per poi recarsi a casa della compagna dell’aggredito, chiedendo che si restituisse quello che gli era stato preso e dando fuoco al contatore dell’abitazione.

Nel procedimento era imputata anche un’altra persona, difesa come il principale accusato dal legale Paolo Spano, e che, secondo l’accusa, aveva minacciato in carcere il presunto autore dei furti.

Il collegio, presieduto dal giudice Giancosimo Mura, a latere Monia Adami e Sara Pelicci, ha disposto il non doversi procedere per il 60enne per le accuse di sequestro di persona, assolvendolo per la ricettazione e il possesso di esplosivi così come per la violazione di domicilio. Condannandolo invece a tre anni per le lesioni e per l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, riqualificazione dell’estorsione, reato presente in origine nel capo d’imputazione. Assolto anche l’altro uomo dall’accusa di minacce perché il fatto non sussiste.

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