Inaugurato stamattina a Sassari, in via Quarto, il monumento a Sa Sarda Rivolutzione nel giorno di Sa Die de Sa Sardigna.

«Un’opera - spiega Cristiano Sabino, dell’associazione Sa Domo de Totus - che è l’ombelico attorno a cui ruota un progetto che coinvolge i licei Azuni, Figari e Castelvì, coi loro studenti, dieci associazioni, il Comune». E che oggi ha portato decine di persone sul posto per ricordare il sacrificio di otto rivoluzionari dei moti angioyani, tra fine 700 e inizio 800.

Un omaggio voluto proprio nel  luogo in cui, secondo le ricostruzioni storiche, si ergevano le Forche del Carmine Vecchio e dove trovarono la morte in tanti, tra cui il braccio destro di Giovanni Maria Angioy, Francesco Cilloco.

«Parliamo di una storia cancellata», dichiara Piero Atzori, tra i relatori intervenuti e che sulla vicenda ha scritto il libro “Carmine e gli Angioyani. «Si sono sacrificati nel nome di un’ideale di libertà dal feudalesimo, un’azione rimossa, tanto che la via si chiama Quarto, e anziché ricordare loro, rimanda alla spedizione dei Mille».

Il monumento è stato finanziato con il crowdfunding e progettata dal professor Vittore Loriga. A partecipare all’iniziativa anche l’Intergremio di Sassari, l’Assemblea Natzionale Sarda, Sa Domo de Totus, Cobas e Teatro S’Arza.   

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