«Le tariffe per la raccolta dei rifiuti 2023 aumenteranno, ma meno dell'inflazione perché abbiamo ampliato la platea degli utenti». Così l'assessore al Bilancio Carlo Sardara nel Consiglio Comunale di Sassari. L'aumento della Tari non dovrebbe superare l'8%, meno del 10% dell'inflazione. Previste naturalmente delle riduzioni. Tra queste il 30% in meno per immobili a uso stagionale o discontinuo e il 50% in meno per utenze di locali destinati al volontariato iscritte al registro sardo.

La pratica è passata a maggioranza come quella precedente che riguardava l'approvazione del Piano economico e finanziario del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani per il 2023.

L'assessore comunale all'Ambiente Antonello Sassu ha premesso: «Da un'indagine di cittadinanza attiva, Sassari ancora nel 2022 risultava la città sarda che mediamente pagava la Tari più bassa nonostante conferisca quantità maggiori di rifiuti rispetto agli altri capoluoghi di provincia». 

L'aumento del costo del servizio, che viene interamente pagato con la Tari, è dovuto all'incremento dei costi dei servizi e delle materie prime, ma anche a spese straordinarie come quella affrontata dal Comune di Sassari dopo l'incendio all'impianto Gesam di Truncu Reale. Va ricordato poi che Sassari è ancora sotto il 65% della raccolta differenziata e quindi paga una penale. 

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