«Siamo qui per rendere onore alle vittime e riflettere su un commosso pensiero: il sacrificio della vita anche di quegli uomini ci permette, oggi, di vivere in libertà. In quel tragico evento, ottanta anni fa, persero la vita 1.393 uomini assieme all'ammiraglio Carlo Bergamini, a poche ore dall'annuncio dell'armistizio, quando gli equipaggi cominciavano a prendere coscienza che si chiudeva un'epoca drammatica».

Un altro momento di commozione quello vissuto nel pomeriggio sul lungomare Balai, davanti al monumento dei caduti della Corazzata Roma, con le parole del sindaco Massimo Mulas che, questa mattina, ha partecipato alla commemorazione dell’80esimo anniversario dall’affondamento della nave ammiraglia Regia Marina. «Come non ricordare il marinaio Gustavo Bellazzini, 102 anni, ultimo sopravvissuto dei 622 reduci di quel disastro, testimone vivente di quella immane tragedia. Ricordiamo anche i superstiti della Roma rimasti bloccati per oltre un anno sull’isola di Minorca. Qui un’italiana, Fortuna Novella, sarda di Carloforte, si prodigò per assistere quei marinai feriti».

La cerimonia ha seguito il rito dell’alzabandiera, con l’esecuzione dell’inno di Mameli, che ha dato inizio alla commemorazione; in seguito un militare ha recitato la Preghiera del Marinaio e, dopo che il sacerdote ha impartito la benedizione ai Caduti ed è stato eseguito l’inno del Silenzio,davanti ad un’orchestra di musicisti e un pubblico numeroso. Presenti le diverse autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche d’arma e l’Associazione nazionale Marina d’Italia, oltre all’ex ministro della Difesa, Arturo Parisi.

Hanno assistito alle celebrazioni anche i familiari delle vittime, fra cui Maria Bergamini, nipote dell’ammiraglio Carlo Bergamini, Lino Trestini, 98 anni, marinaio del Caccia torpediniere carabiniere che prestò soccorso dei naufraghi della Roma, e Lisa Vitiello. «Ogni giorno il mio sguardo cade sulla scritta che campeggia sul monumento ai Caduti del Mare, che recita: ‘Uomini della terra, voi che guardate il mare, cimitero senza tombe e senza cipressi, raccoglietevi e meditate’. Il loro sacrificio, - ha aggiunto il sindaco - così come quello di tutti coloro che sono caduti per la Patria, ha permesso di sancire nella nostra Carta Costituzionale il valore inalienabile della nostra Libertà». Il primo cittadino ha deposto la corona d’alloro sul monumento ai caduti, benedetta dall’arcivescovo, monsignor Gianfranco Saba. 

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