I dati dei telefoni cellulari sotto la lente degli inquirenti che indagano sulla morte di Antonio Masia, l’operaio deceduto, secondo l'autopsia, in seguito all'impatto con un macchinario nella ditta di trattamento rifiuti Gesam di Sassari.

La Procura ha assegnato oggi l’incarico ai periti che dovranno analizzare gli smartphone sequestrati ai 35 dipendenti, per cercare di estrarne informazioni utili alle indagini.

A occuparsi delle analisi saranno Giovanni Saba e Marco Partolino, entrambi di Cagliari.

Un consulente di parte è stato nominato anche dall'avvocato Daniele Alicicco, che rappresenta la famiglia della vittima.

Altri due periti, Giancarlo Rosa e Filippo Vignini, sono stati invece incaricati dalla Gesam, rappresentata dall'avvocato Nicola Lucchi.

Pierfrancesco Cherchi, invece, il legale che difende il collega di lavoro della vittima, Fabiano Mario Saba, indagato per la morte di Masia (le ipotesi di reato sono omicidio colposo, occultamento di cadavere, incendio doloso e inquinamento ambientale), si è riservato di nominare un proprio esperto prima del 26 settembre.

Il corpo di Antonio Masia fu nascosto nei capannoni della Gesam e ritrovato a fine serata del 25 luglio dai colleghi e dai familiari preoccupati per la sua scomparsa. Inizialmente si pensò a un malore, ma per fare luce la Procura di Sassari ha poi acceso il suoi fari ipotizzando ben altro scenario.

Il 6 agosto, subito dopo un sopralluogo nell'impianto Gesam degli ispettori della Squadra Mobile di Sassari, un incendio di natura dolosa aveva distrutto completamente la struttura.

Un rogo, ipotizzano gli inquirenti, appiccato per nascondere le prove dell'incidente mortale sul lavoro. 

(Unioneonline/l.f.)

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