«Continueremo ad appoggiare il sindaco Campus».  Oggi la conferenza stampa, a Palazzo Ducale, dei quattro pentastellati nella maggioranza della consiliatura civica a Sassari mette un punto fermo, per adesso, alla girandola di voci su una loro uscita dopo l'accordo regionale del campo largo.

«Non sono cambiate»,  afferma Maurilio Murru, affiancato da Laura Useri, Patrizia Zallu e Federico Sias, «le condizioni che ci hanno portato a far parte di giunta e maggioranza». E ricorda citando, senza nominarlo, le parole del coordinatore regionale Ettore Licheri che nel 2020 sottoscrisse l'accordo coi civici: «Stilare un accordo programmatico e la conventio ad excludendum, ovvero entriamo se non ci saranno forze di destra».

I 5stelle sassaresi riferiscono poi come lo stesso Licheri non abbia comunicato loro cosa fare, in un senso e nell'altro, e che con Alessandra Todde, candidata governatrice per il centrosinistra, «sono avvenute solo delle chiacchierate». A quanto raccontano, le informazioni ricevute su presunti diktat e richieste di dimissioni, le hanno apprese quindi solo dalla stampa. «Non nascondiamo», dichiara Murru alla domanda se si sentono “traditi”, «un certo disappunto».

«Se la ragione per andarcene», continuano i quattro, «è quella che in minoranza a Sassari c'è il Pd, allora dovremmo a nostra volta chiedere, a partire da Carbonia, che si sciolgano tutte le amministrazioni in cui il Pd governa e noi siamo all'opposizione».

«Nessuna richiesta», aggiungono infine, «è venuta dal sindaco sassarese. Siamo qui oggi per dare una risposta alla città e ai cittadini. Non è il momento di commissariare Sassari». In teoria i Civici potranno così concludere la loro esperienza fino al suo termine naturale, nel 2024, ma potrebbero aprirsi altri fronti, in chiave regionale, con conseguenze di rilievo.

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