La gara di Capodanno tra le città più importanti della Sardegna sta sollevando perplessità e polemiche. Il segretario cittadino del Pd di Alghero, Enrico Daga, boccia i concertoni di fine anno con cachet stellari, organizzati nei Comuni sardi distanti pochi chilometri uno dall’altro. Alghero con Ligabue, Sassari con Nek e Renga, Olbia con Zucchero. «Scambiare l’intrattenimento per turismo è sciatteria pura», dice Daga, ricordando pure che viviamo in una delle regioni d'Italia con più bassa densità di popolazione, «con indici di spopolamento da rabbrividire. Solo quest'anno la Sardegna ha perso dodicimila abitanti. Insomma – prosegue – siamo quattro gatti, e corriamo al galoppo per diventare tre gatti. In questo contesto drammatico, assistere a comuni contendersi lo scettro di città regina del Capodanno a suon di milioni di euro, è desolante».

Una mossa autolesionista, a giudizio dell’imprenditore algherese e dirigente di Confesercenti, quella di «allestire concertoni per “sottrarre” residenti al comune limitrofo, nella totale assenza di collegamenti aerei. Nessuna strategia, nessuna ricerca di un posizionamento nel mercato, nessuna caratterizzazione della destinazione. È solo intrattenimento, è solo una festa per annegare nei decibel, nella festa di una notte, il dramma di una regione senza rotta, che corre contro l'iceberg della povertà. Siamo come l'orchestra del Titanic che suonava mentre la nave si immergeva nell'oscurità del mare. Serve ripensarci – incalza Daga - serve innovare i processi, serve investire, non basta spendere i soldi che non abbiamo».

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