Sono “senza bandiere”. Ma sono anche coloro che nel 2019 hanno fatto esplodere la guerra del latte. Ora i pastori sono pronti a una nuova battaglia: il 20 ottobre arriveranno a Cagliari per una grande manifestazione a difesa del loro lavoro e delle loro famiglie. 

La decisione è stata presa questa mattina durante un’affollata assemblea nel centro congressi di Tramatza, sulla 131: da questo centro sono partite le principali proteste del mondo delle campagne. 

L’incontro è stato convocato da Nenneddu Sanna e Gianuario Falchi,  che avevano guidato le contestazioni del latte versato nelle strade, affiancati da Fabio Pisu, Antonio Doa e Gianluigi Argiolas. All’appello hanno risposto centinaia di allevatori, che hanno affollato la sala. 

"All’unanimità sono state chieste le dimissioni dell’attuale assessore regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia”, spiega Sanna. 

Ma le rivendicazioni, che saranno riversate in un documento da portare nel capoluogo, sono ampie. Le aziende agropastorali sarde sono piegate sotto il peso degli aumenti delle materie prime, senza alcun intervento da parte della Regione. Inoltre la Sardegna è stata penalizzata nel piano strategico nazionale, che governa le erogazioni europee al settore per i prossimi cinque anni: all’appello mancano qualcosa come 600 milioni. 

C’è poi il capitolo del prezzo del latte: è salito, sì, “ma deve essere contrattato all’inizio dell’annata agraria, non dopo”, afferma Sanna. 

Dove si terrà la manifestazione? Ancora è da decidere: “Andremo dove li troveremo”, aggiunge ancora il pastore di Orune. E parla dei politici. 

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