Dopo un’ora e mezza di testimonianza drammatica, con la fatica di ripercorrere oltre trent’anni di paura e dolore, l’unico sopravvissuto della strage di Sinnai, Luigi Pinna, ammette quel che la procura generale di Cagliari e l’avvocato di Beniamino Zuncheddu, il pastore all’ergastolo per l’eccidio, sospettavano: la foto di Zuncheddu quale possibile responsabile fu mostrata al sopravvissuto prima che questi incontrasse ufficialmente il pm.

«È così», ha detto Pinna, «me la fecero vedere prima. Chi? Il poliziotto Mario Uda». Cioè l’uomo che aveva svolto le indagini.

Proprio il sospetto all’origine della richiesta di revisione del processo ora in corso a Roma, un comportamento che secondo l’ex pg di Cagliari Francesca Nanni rendeva “falsa” la prova regina all’origine della condanna di Zuncheddu.
L’udienza è ripresa dopo venti minuti di pausa. Il procuratore ha chiesto: «L’assassino aveva una calza sul volto?». Pinna, sicuro: «Sì, l’aveva»

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