«Ora più che mai in campo servono anche i barracelli. Ecco perché chiederemo alla Regione di portare a termine tutta la procedura per lo scioglimento della compagnia, solo dopo si potrà procedere con l'istituzione di un nuovo gruppo. Il territorio deve essere più sorvegliato».

Parole pronunciate dal vice sindaco di Santa Giusta Pierpaolo Erbì dopo che, a distanza di dieci giorni dall’ultimo attentato incendiario, martedì notte ha preso fuoco una seconda macchina. L’auto, un Kia Picanto, di proprietà di un’impiegata, era  parcheggiata in via Evangelista Torricelli.  

«Le forze dell’ordine ci sono, come anche i tre vigili, ma evidentemente non basta  - va avanti ancora Erbì - il nostro territorio è molto vasto. I barracelli sono indispensabili per il controllo del paese a tutte le ore della giornata e qua a Santa Giusta mancano da troppo tempo».

Lo scioglimento della compagnia è stato disposto dalla prefettura due anni fa. Il sindaco di Santa Giusta Andrea Casu ha sempre riferito che la sospensione dell’attività era stata decisa in seguito all’avvenuta scadenza dei diplomi di maneggio alle armi da parte di alcuni barracelli. Intanto nel paese lagunare cresce la preoccupazione. 

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