Don Paolo Contini, parroco di Ghilarza, Norbello e Abbasanta, ironizza ma non troppo: «Se in queste zone decidessi di eliminare la figura del padrino o della madrina qualcuno metterebbe fuoco alla mia auto. Questa figura è molto sentita». Con queste dure parole il sacerdote commenta la decisione presa dal frate dei Cappuccini Padre Cristiano Raspino.

Nella parrocchia della Beata Vergine Maria Immacolata, ad Oristano, i ragazzi il prossimo aprile riceveranno il sacramento senza i padrini al loro fianco. Una decisione che fa discutere. Don Paolo Contini esprime il suo punto di vista: «Al suo posto non avrei preso una decisione drastica, avrei chiesto ai ragazzi di scegliere. Condivido che la funzione del padrino intesa come persona che dovrebbe accompagnare il ragazzo nel percorso spirituale sia venuta meno. Ma è anche vero che in contesti familiari particolari rappresenta un punto di riferimento».

Don Alessandro Enna, parroco di Marrubiu: «Ritengo che pretendere di attribuire alla figura del padrino e della madrina gli stessi significati di un tempo passato non abbia più senso in quanto le profonde mutazioni storiche ed ecclesiali impongono una nuova prassi pastorale. Non condivido la decisione relativa all'eliminazione a priori della figura per il fatto stesso che esclude la possibilità di preziose occasioni che possono favorire un dialogo significativo tra chiesa e società. Credo che oggi più che mai siamo chiamati a favorire prassi inclusive e non escludenti e tanto meno esprimere valutazioni morali per chi non presenta requisiti richiesti».

Da Cabras parla Monsignor Giuseppe Sanna: «Si tratta di una scelta azzardata. La figura del padrino in tanti casi diventa essenziale nella vita di tutti i giorni. Al di là della fede».

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