La salma della piccola Amira Bennadì, la bambina di 10 anni di origine marocchina annegata nelle acque di Porto Alabe il pomeriggio del 20 luglio scorso, da giovedì riposerà accanto alla sua mamma, (anche lei scomparsa due mesi e mezzo fa, a causa di un male incurabile), a Casablanca, secondo il rito musulmano.

Accolto il desiderio del babbo, Roduane, parte integrante della comunità marocchina a Macomer, che da ieri accompagna la sfortunata figlia nell'ultimo viaggio. La salma è partita stamattina da Nuoro e in serata sarà imbarcata nel traghetto che la porterà fino a Civitavecchia e poi da Roma, domani sera, un aereo la porterà a Casablanca. È il triste epilogo di una storia triste, che vede coinvolta una famiglia di origine marocchina, che vive a Macomer da diversi anni, in via Oslo, nel popoloso quartiere di Scalarba.

La tragedia ha scosso e commosso l'intera comunità, protagonista di una grande gara di solidarietà per aiutare la famiglia e riportare la bambina accanto alla mamma.

«L'intera comunità ha reagito a questa immane tragedia con grande compostezza e spontaneità. Si è resa protagonista di una grande gara di solidarietà, in aiuto a questa sfortunata famiglia - dice la vice sindaca e assessora ai servizi sociali, Maria Luisa Muzzu - È certo che non abbandoneremo il povero genitore e i suoi figli. A tutti, come servizi sociali, riserveremo la massima attenzione».

Quanto è stato fatto dalla gente in questi giorni tragici è accolto con grande ammirazione dall'intera comunità marocchina a Macomer. A dirlo è uno dei rappresentanti della comunità a Macomer, Rachid Taj: «Ringraziamo tutti, ringraziamo il sindaco e la giunta per la vicinanza e per il contributo umano che ci hanno riservato. La comunità macomerese è soprattutto questo».

Alla grande gara di solidarietà hanno partecipato le parrocchie, la Caritas, le varie associazioni di volontariato, quelle culturali, sportive e tanta gente comune, oltre al parroco Padre Andrea Rossi e il vescovo, monsignor Mauro Maria Morfino. 

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