La storia di Claudia Mascia ribalta uno stereotipo. E vuole segnare l’inizio di una svolta per le zone interne della Sardegna, quelle che vengono chiamate “sedi disagiate” perché non ci vuole andare nessuno e in cui migliaia di persone non hanno un medico di base.

Classe 1993, Claudia Mascia è una specializzanda in Medicina Generale che ha rifiutato opportunità in zone più gettonate e ha deciso di fare il medico di base nella sua Barbaglia. Dal 3 luglio tra monti, boschi e vigneti della Barbagia-Mandrolisai, riceve i suoi nuovi pazienti.

«Torno in montagna per rimanere, ci vengo per l’affetto che mi lega a questa terra e soprattutto perché voglio dare un contributo al territorio da cui provengo, visto che sono nata a Tonara», spiega la professionista, che farà ambulatorio nei comuni di Gadoni e Tonara.

«Spero che la mia storia – prosegue – possa rappresentare un esempio da seguire e imitare per altri miei colleghi, posso testimoniare che lavorare nella Asl 3 di Nuoro può essere un’opportunità di crescita professionale esaltante. Senza contare la qualità della vita dei nostri monti, a pochi minuti dal mare più bello del mondo».

Visibilmente soddisfatto Paolo Cannas, dg della Asl di Nuoro: «Questo territorio è un angolo di paradiso dove vivere e lavorare. Gli investimenti che stiamo facendo e i progetti per il decollo della medicina di prossimità intendono sviluppare e riportare ad una maggiore attrattività quest’area che non intende arrendersi allo spopolamento e che ha ancora tanto da dire sia nella sanità ospedaliera che in quella territoriale».

(Unioneonline/L)

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