Sono venuti a dare la loro testimonianza alla marcia della pace, organizzata dalla Caritas della diocesi di Ales e da quella regionale, tanti ucraini ospitati in diversi paesi del Medio Campidano.

Un gruppo nutrito di 30 persone è arrivato dalla vicina Villacidro insieme alla mediatrice culturale Tatiana Niukalo: «Questo piccolo territorio della Sardegna ha un grande cuore e continua ad aiutarci. A Villacidro ci sono 30 ucraini accolti in alcune case: i bambini vanno a scuola e i ragazzi frequentano il liceo. Abito da 20 anni in Sardegna e non sento gli spari ma sento la mancanza dell’Ucraina e mi rendo utile in questo momento difficile. Speriamo che tutto torni come prima».

A Villacidro i profughi ucraini sono stati accolti dalla Cooperativa Alle Sorgenti Progetto A, tra cui una coppia con otto figli: «Siamo grati per l’aiuto – spiega il padre – che riceviamo ogni giorno: qui siamo riusciti a superare la paura suscitata dalle bombe e a guardare avanti, anche se il nostro sogno è tornare nel nostro Paese. Il 24 febbraio la nostra casa è finita sotto le bombe: lavoravo in miniera».

Toccante anche la testimonianza di Larissa: «Per due settimane siamo rimasti nascosti in un rifugio in Ucraina dove ho lasciatoi  genitori mentre il più grande dei miei figli sta combattendo sul fronte. Ringrazio per l’accoglienza ricevuta qui in Italia. I bambini ora sono più tranquilli e non hanno più paura». 

Infine prende la parola Laura Salis, operatrice della stessa cooperativa, in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati già durante l’emergenza Nord Africa del 2011 e che ricorda il significato più profondo della pace: «Non è solo la speranza della cessazione dei conflitti, ma agire concretamente per il bene comune, un cambiamento radicale che implica l’assoluto rispetto della dignità della persona».

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