57 nuovi dirigenti penitenziari in tutta Italia, una robusta infornata di assunzioni per spezzare il meccanismo dei direttori ad interim. È il provvedimento varato dal Governo, che inevitabilmente porta novità anche nell’Isola. 

Entro il 20 novembre, infatti, le carceri della Sardegna conosceranno sei nuovi dirigenti: a Mamone prenderà servizio Vincenzo Lamonaca, a Tempio Veronica Poietti e a Is Arenas Maria Teresa Errico. Nuovo direttore anche a Uta, con la casa circondariale Ettore Scalas affidata a Pietro Borutta. A Lanusei la dirigente sarà Marianna Madeddu, mentre alla casa di reclusione “Giuseppe Tomasiello” di Alghero sarà Tullia Carra.

«Il Governo Meloni», dichiara il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, «realizza un traguardo epocale: mai più istituti penitenziari senza direttore per garantire sicurezza e legalità negli istituti e garantire le migliori condizioni di lavoro a uomini e donne della Polizia Penitenziaria». 

Soddisfatti anche i parlamentari sardi di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, Giovanni Satta, Barbara Polo, Antonella Zedda, Francesco Mura e Gianni Lampis: «Ai nuovi direttori formuliamo le nostre congratulazioni e un augurio affinché svolgano il loro dovere nel migliore dei modi, garantendo sicurezza e legalità negli istituti siciliani, collaborando strettamente con il locale corpo di Polizia Penitenziaria. Un ringraziamento», proseguono, «al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che ha sempre assicurato che il Governo avrebbe garantito un direttore titolare per ogni istituto penitenziario d’Italia. Possiamo con orgoglio e come maggioranza di governo dire: promessa mantenuta anche in Sardegna. Continueremo», concludono i parlamentari, «al fianco del Sottosegretario Delmastro, a lavorare per riportare sicurezza e legalità in carcere e per assicurare alla Polizia Penitenziaria le migliori condizioni di lavoro, intimamente convinto che difendere la Polizia Penitenziaria non solo significhi difendere la sicurezza dei nostri istituti, ma anche e indirettamente il miglior trattamento dei detenuti stessi».

(Unioneonline/L.Ne.)


 

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