Dal lavoro in carcere a una rete di imprese accogliente: è il tema del convegno che si è svolto stamattina nelle ex distillerie di via Ampere a Pirri. Si è trattato del primo evento pubblico relativo al progetto lanciato quasi due anni fa da Elan Società Cooperativa Sociale, con il sostegno della Fondazione con il sud, per favorire il recupero sociale e il reinserimento professionale di ventiquattro persone sottoposte a provvedimenti penali detentivi.

Ai lavori sono intervenuti Carlo Borgomeo (presidente Fondazione con il sud), monsignor Giuseppe Baturi (arcivescovo di Cagliari), Roberto Mura (vicesindaco Città Metropolitana di Cagliari), Marco Porcu (direttore Casa Circondariale di Uta), Enrico Zucca (direttore Ipm Quartucciu- Centro Giustizia Minorile Cagliari), Nicoletta Atzeni (funzionario di Servizio Sociale e Referente Settore Operativo Territoriale per la Magistratura di Sorveglianza), Alessio Scandurra (coordinatore Osservatorio condizioni di detenzione istituti di pena) e Vittorio Pelligra (docente Scuola di Economia Civile).

IL PROGETTO – La prima fase del progetto riguarda l’impiego dei destinatari nella lavanderia industriale, presente nella struttura penale, e il successivo accompagnamento al lavoro nella fase di uscita dalla detenzione. Finora, sono stati nove i beneficiari che hanno completato il loro percorso. Lo sviluppo successivo del progetto prevede il coinvolgimento delle realtà imprenditoriali presenti sul territorio, con un duplice intento. Da un lato, si punta ad attivare delle partnership atte a garantire una fattiva sostenibilità economica al Progetto Lav(or)ando. Dall’altro, in una visione più ampia e a lungo termine, offrire nuove e concrete possibilità di inclusione alle persone sottoposte a una pena detentiva, e creare una rete di imprese solidale e accogliente, fondata sui principi dell’economia civile e della responsabilità sociale.

GLI INTERVENTI - Monsignor Giuseppe Baturi ha citato il Santo Padre: “Nel suo messaggio per la 55esima Giornata mondiale per la pace, Papa Francesco indicava come priorità per la pace il lavoro, fattore indispensabile per costruire e preservare la pace, è espressione di sé e dei propri doni, si lavora sempre con o per qualcuno. Il lavoro è il luogo dove impariamo a dare il nostro contributo per un mondo più vivibile e bello”. Sulla stessa linea Roberto Mura, vicesindaco della città metropolitana di Cagliari: “Vedo qualcosa di profondo in quest’opportunità, mi viene in mente la parola perdono, come strada possibile e alternativa per chi ha sbagliato, in una convenienza non solo economica ma anche sociale, perché solo chi è perdonato stabilisce una relazione con gli altri. È inoltre la base della pace – io perdono, tu ricevi il perdono -, tema quanto mai attuale”, ha chiosato Mura, “Come amministrazione abbiamo bisogno di avere tutti i giorni davanti agli occhi il bene comune non astratto” .

© Riproduzione riservata