Decine di migliaia i devoti, spettatori e turisti che a Cagliari ieri hanno assistito all’edizione 367 della Festa di Sant’Efisio. Numeri da record, dopo anni in tono minore a causa del Covid.

Ma arrivare nel capoluogo in treno è stata un’odissea, soprattutto per chi ha dovuto attraversare tutta la Sardegna per partecipare al rito.

Come racconta una passeggera, Maria Vittoria Dettoto: «Faccio proprie le lamentele dei tanti viaggiatori che ieri mattina come me hanno deciso di prendere il treno per andare a Cagliari per rendere omaggio a Sant'Efisio. Il treno partito alle 7.50 da Chilivani si mostrava già abbastanza pieno sin dalla partenza, ma abbiamo trovato comunque i posti a sedere».

Arrivati ad Oristano «i posti a sedere erano completamente esauriti e decine di persone già viaggiavano in piedi. La situazione è diventata sempre più problematica e nervosa quando, nelle successive fermate verso Cagliari, con il treno ormai oltre i limiti della capienza massima, stipati come animali e non riuscendo quasi ormai a respirare tanto che la stessa capotreno presente ha intimato l'apertura dei finestrini sul mezzo di trasporto, decine e decine di passeggeri sono dovuti restare a piedi perché non c'era più posto neanche in piedi, soprattutto nella stazione dell'aeroporto di Elmas, ma anche nelle precedenti stazioni dove i più fortunati sono riusciti ad insaccarsi dentro pullman sostitutivi verso Cagliari».

Com’è possibile, si chiede Dettoto, «che le persone nel 2023 paghino un biglietto per viaggiare in queste condizioni o peggio non poter viaggiare proprio non essendoci più posto, dal momento che la festa di sant'Efisio è un evento che tutti sanno perfettamente richiama migliaia di persone e sarebbe bastato organizzarsi per tempo per mettere qualche treno in più da prima o avvisare per tempo i viaggiatori, attraverso la voce guida delle stazioni ferroviarie, che il treno che stava arrivando era già pieno in modo tale che potessero organizzarsi alternativamente. È chiedere troppo?».

(Unioneonline/D)

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