“Insularità è paesaggio & Ambiente”: è il tema dell’incontro che si è tenuto oggi nella sala Giorgio Pisano, nel complesso polifunzionale de L’Unione Sarda. L’evento, condotto e coordinato da Maria Antonietta Mongiu (Presidente Comitato scientifico Insularità in Costituzione) e da Rita Dedola (componente del Comitato) è stato trasmesso in diretta streaming su unionesarda.it.

In programma le testimonianze di Don Francesco Tamponi, Direttore Ufficio Diocesano per i Beni Culturali della Conferenza episcopale sarda; Luca Saba Direttore Coldiretti Sardegna; Antonio Muscas, componente del Coordinamento dei Comitati Sardi contro la speculazione energetica; Mario Putzulu, Direttore Copagri; Raffaele Sestu, Presidente Unpli regionale della Sardegna; Pinuccio Deroma, ex Dirigente di Mediterranea Energia di Forlì.

A seguire gli interventi di Sergio Zuncheddu, Editore e Imprenditore; Fausto Pani, Geologo; Giuseppe Biggio, già Direttore del Servizio Pianificazione Territoriale e Paesaggistica della Regione; Gianmario Demuro, Ordinario Diritto costituzionale Università di Cagliari; Luisa Giurato, Giudice del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari; Cristina Ornano, Presidente del Tribunale di sorveglianza Cagliari; Gianvalerio Sanna; già Assessore Enti locali Finanze Urbanistica della XIII Legislatura; Bachisio Bandinu, Antropologo e Scrittore.

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“Tancas serradas a muru, /fattas a safferra afferra, /Si su chelu fit in terra,/che l’aian serradu puru» (Melchiorre Murenu) “Tanche chiuse con muro,/fatte all’arraffa arraffa;/se il cielo fosse in terra/avrebbero recintato pure quello» (trad. Giovanni Spano)

Il Comitato scientifico Insularità in Costituzione è contro la distruzione, attualmente in corso, del paesaggio e dell’ambiente della Sardegna. Il riconoscimento dell’Insularità in Costituzione significa riconoscere pari opportunità per chi vive nell’isola ma pure specificità al paesaggio, all’ambiente, ai beni culturali, materiali e immateriali dell’isola. L’obiettivo del Comitato è sempre stato approfondire e divulgare le tematiche che fondano l’insularità. Un episteme con caratteri e profili che i Sardi percepiscono e riconoscono come fondativi. Ciò prima della “Convenzione europea del paesaggio”, sottoscritta a Firenze nel 2000, e dell’art. 9 della Costituzione che recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni». E prima dell’art. 41 che recita: «L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali».

Il Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna del 2006, recependo il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, riconosce, allo stato attuale, rango costituzionale solo ad una porzione dell’isola. Estendere il PPR a tutto il territorio sardo con un’apposita norma di legge supera l’attuale disparità nella tutela delle diverse zone della Sardegna e salva le aree interne e i loro paesaggi, bene che generazioni hanno costruito nei millenni; prima fonte economica anche nelle riconversioni turistiche. L’irreversibile e ingiustificata distruzione priva gli abitanti del legittimo “diritto al paesaggio” e il paesaggio, a sua volta, del diritto a non essere, irreversibilmente, stravolto.

(Unioneonline)

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