Al Santissima Trinità di Cagliari c’è una discarica di letti d’ospedale. Una ventina, bilanciati per i dializzati, abbandonati all’aperto, a ridosso del muro di cinta sul versante di via Timavo. Non possono essere usati, perché se era possibile fino a qualche tempo fa, ora sono obsoleti. Non possono essere restituiti ai proprietari, che non danno segni di vita. Ed è difficile anche lo smaltimento. In più, in questa storia c’è di mezzo la burocrazia.

Quelli sono letti a noleggio, che erano stati forniti dalla Sorin Group sulla base di un contratto siglato nel 2008. Non sono quindi di proprietà della Asl. E qui starebbe il problema.  

«Già dal 2011 si sono riscontrate ripetute difficoltà nel far eseguire le manutenzioni e a oggi», fanno sapere dall'azienda sanitaria cagliaritana, «sono considerati considerati obsoleti e non sicuri per l'impiego». Nel 2019 però erano successe due cose. La prima: l’Ats ha acquistato dei letti nuovi e li ha messi a disposizione del reparto di Nefrologia e dialisi. Ma era stato deciso anche di riscattare quelli vecchi, che potevano tornare utili, visto che il contratto di noleggio era scaduto. L’alternativa era il ritiro immediato da parte della società fornitrice.  

«Nonostante nelle note fosse precisata l'urgenza di un riscontro, indicando anche l'intimazione a un celere ritiro qualora non fosse stata accettata la proposta di riscatto nei confronti dell’Ats», prosegue la Asl, «la struttura di Ingegneria Clinica non ha mai ricevuto alcuna risposta in merito. Pertanto, vista l'impossibilità di procedere al fuoriuso di beni non di proprietà, i letti sono stati allocati in un magazzino del Santissima Trinità». Quindi, non potendo essere buttati, sono stati stoccati in uno spazio chiuso. Che da qualche mese è diventato necessario per altri beni. Così  sono stati accatastati all’aperto «in attesa di smaltirli secondo quanto previsto dalla normativa, procedura già avviata dalla direzione aziendale».

Questa la ricostruzione dell’azienda. Che fa storcere il naso  al sindacalista della Fials, Paolo Cugliara, di casa al Santissima Trinità: «Certo, ci sono le regole contrattuali», attacca, «ma è possibile che per anni l’azienda disponga di beni che non riesce a utilizzare? Mi risulta che ogni letto bilancia costi oltre duemila euro: vederli accatastati lì, a rovinarsi definitivamente sotto la pioggia e esposti alle intemperie, dà l’idea della decadenza del sistema». 

Enrico Fresu 

© Riproduzione riservata