I pescatori di Santa Gilla, a Cagliari, lanciano una nuova sfida: dopo cozze, arselle, cannolicchi e bocconi ora nella laguna vengono allevate anche le ostriche. Le difficoltà non mancano ma la qualità dei molluschi, grazie alle caratteristiche dell’acqua, è eccelsa.

I soci della cooperativa, rispettando alla lettera le rigide disposizioni igienico sanitarie della Asl, si sono fatti consigliare e guidare dai ricercatori del dipartimento di Biologia marina dell’Università che da anni stanno seguendo un progetto che sembrava irrealizzabile. Dopo anni di tentativi, i pescatori hanno trovato quello giusto e da alcuni mesi si sono buttati nel mercato, convinti di avere tra le mani un prodotto di prima qualità.

«La nostra avventura è iniziata nel 2018», racconta Valter Rizzardini, vice presidente della cooperativa composta da 150 pescatori. «Il dipartimento di Biologia marina ha seguito un progetto che sembrava assurdo. Sono stati anni di lunghe prove, la prima di tutte è stata l’allevamento e la raccolta con il sistema della “lanterna”, una sorta di cilindro di rete con sette piani». Questa procedura si è ben presto rivelata scomoda e faticosa, perché le lanterne si riempivano di alghe, fango e altri organismi e tirarle a mano sulle barche, dai fondali bassi e melmosi di Santa Gilla, era davvero difficile.

La novità che darà un nuovo impulso all’iniziativa arriva dalla Regione. «L’agenzia Agris tre anni fa ci ha proposto un nuovo sistema: il poches. Un galleggiante con la rete dove crescono i molluschi», afferma il vice presidente della cooperativa. Nel 2023 finalmente i pescatori della laguna fanno sul serio. «Abbiamo deciso di puntare tutto su questa tecnica».

Come si allevano le ostriche della laguna di Santa Gilla? «Il primo passo della catena è comprare la semenza in Francia. Le larve, che arrivano in Sardegna con camion frigo, vengono immediatamente sistemate nelle reti e immerse nei filari galleggianti». Quanto dura l’allevamento? «Le ostriche stanno in acqua dagli 8 ai 10 mesi. Ogni due giorni le giriamo esponendole al sole in modo che i parassiti vengano distrutti».

Dopo la raccolta c’è un altro step delicato: la stabulazione. «Dopo la raccolta le ostriche vengono trattate nell’impianto di depurazione, prima in celle frigo, poi attraverso l’acqua che deve avere una qualità e una temperatura ben precisa». Infine la commercializzazione. «Ogni giorno lavoriamo 300 chili di ostriche ma le nostre possibilità sono doppie».  A quanto le vendete? «All’ingrosso a 7,5 euro al chilo».

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