A Cagliari le telecamere della Ztl non funzionano. E gli automobilisti, che lo sanno, ne approfittano. Questo si traduce in traffico e disagi all’interno dei quartieri storici, che non ci stanno e diffidano il Comune.

Le associazioni “Apriamo le finestre alla Marina”, “Casteddu de susu” e “VivereAVillanova” «vista l’inerzia dell’Amministrazione nell’attivazione dei sistemi di sorveglianza finalizzati a garantire il rispetto degli ingressi veicolari nei limiti di quanto previsto dal regolamento comunale e dopo le inutili sollecitazioni» hanno deciso di passare per vie legali. E non per modo di dire.  

«Per noi – spiegano le tre associazioni seguite dall’avvocato Luisa Giua Marassi – solo risposte evasive che non lasciano prevedere alcuna certezza sui tempi di attivazione». Nella lettera di diffida il problema è messo nero su bianco: «La mancanza delle telecamere attive, ormai divenuta notoria in città, incentiva pratiche (sostanzialmente tollerate da codesta P.A.) di violazione del divieto di sosta e transito nelle fasce orarie di traffico limitato, che di fatto determinano una circolazione quasi identica a quella degli orari consentiti e una sosta pressoché illimitata, con conseguente congestione del traffico e compromissione delle fragilità e dei diritti che la su richiamata regolamentazione avrebbe dovuto salvaguardare».

Ma il viavai continuo dei veicoli avrebbe inciso anche sullo “stato di salute” delle strade, come si legge nella lettera: «L'uso indiscriminato delle vie del centro storico da parte della generalità dei cittadini senza limitazioni di zone e orari ha decisamente contribuito ad aggravare lo stato di dissesto della rete viaria all'interno dei quartieri più fragili, con vera e propria devastazione di parti importanti della pregiata pavimentazione precedentemente installata, oltre che ad incrementare l'inquinamento acustico e dell'aria. Più in particolare la pavimentazione delle strade delle suddette aree, sottoposta al transito incontrollato e sempre crescente di veicoli non autorizzati, risulta divelta in più punti, coi sampietrini scalzati dalla loro sede a creare pericolosi ostacoli alla circolazione o altrettanto pericolose buche».

Le associazioni chiedono dunque un intervento del Comune. «In mancanza di quanto richiesto – sottolinea il legale – entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della presente, non esiterò a intraprendere ogni opportuna azione giudiziale per la tutela delle ragioni dei miei assistiti».

(Unioneonline/v.f.)

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