Nuovo ospedale e nuovo stadio a Cagliari, destini incrociati che fanno attorcigliare la maggioranza che governa la Regione e allargano la spaccatura fra Comune e Villa Devoto. 

Le fibrillazioni avevano iniziato a montare sul finanziamento regionale da 50 milioni per la nuova casa del Cagliari, legato a un accordo di programma dove è stato messo di tutto: dal nosocomio del futuro, alle case dello studente, passando per nuovi uffici. Tutto da realizzare nel capoluogo. 

Hanno continuato dall’opposizione, quando è stata resa pubblica la delibera della giunta di Christian Solinas che prevede la chiusura di Brotzu e Oncologico per far nascere il futuro “Ospedale della città”.  E sono esplose a seguito dell’intervista nella quale il governatore ha annunciato che l’ospedale deve nascere a Sant’Elia. Dove dovrebbe sorgere lo stadio. 

 Alcune ore per digerire le informazioni, e il consigliere regionale sardista Stefano Schirru, quindi tesserato del partito di cui è segretario Solinas, ha frenato: «La decisione sugli ospedali deve passare dal consiglio regionale: nessuno si offenda, ma questa è la democrazia», ha detto. 

Il nuovo stadio del Cagliari dall'alto
Il nuovo stadio del Cagliari dall'alto
Il nuovo stadio del Cagliari dall'alto

Dopo poche ore è arrivata un’altra presa di distanze dal piano Solinas. Porta la firma del capogruppo dei Riformatori in consiglio comunale, Umberto Ticca. Il suo partito, in Regione, sostiene il presidente: «Cagliari e i cagliaritani vogliono uno stadio e lo vogliono a Sant’Elia», attacca senza fronzoli, «Ad aprile la nostra città è stata inserita nel dossier di candidatura italiana agli Europei e i rossoblù sono appena saliti in Serie A, dimostrando ancora una volta come il Cagliari sia la squadra di tutto un popolo, di tutta la Sardegna». Per Ticca «il finanziamento del nuovo stadio nulla ha a che fare con la pianificazione complessa, e fin qui nemmeno avviata, di ospedali e case dello studente. Siamo ancora fermi, sono passati quasi cinque mesi dal bilancio regionale, ora la questione è sempre più urgente». Insomma: stadio, non progetti sanitari. 

Se poteva andare incontro all’alleato Solinas, il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci non lo ha fatto: «La riforma della sistema sanitario avviata a livello nazionale supera una visione ospedale-centrica per puntare su prevenzione, valorizzazione del personale, ricerca e soprattutto su un nuovo rapporto casa-territorio-ospedale», ha detto a una tavola rotonda sulla sanità, organizzata da  Confapi ad Arborea, aggiungendo che «questo ovviamente non significa non intervenire su strutture ospedaliere che in Sardegna, per esempio, ancora non sono adeguate ai parametri introdotti 12 anni fa». 

L’opposizione in consiglio comunale di Cagliari, prima firma Matteo Massa, intanto ha depositato un’interrogazione per chiedere al sindaco  Paolo Truzzu «se risulti agli atti del Comune una proposta per l’ubicazione di un ospedale nell’area di Sant’Elia già parzialmente interessata dal progetto stadio, e se la Regione abbia mai sollevato ufficialmente una simile questione ostativa alla costruzione dello stadio». I Progressisti chiedono inoltre «se si siano valutate e sondate soluzioni alternative allo stanziamento regionale per l’ottenimento dei 50 milioni di euro necessari alla costruzione del nuovo stadio a Sant’Elia». 

Perché il rischio, come sottolineato dal consigliere regionale dello stesso partito, Francesco Agus, è che «per colpa di Solinas non si faccia né l’ospedale né lo stadio. L’accordo di programma voluto dal centrodestra è un attacco alla città: bisogna fermarlo in tutti i modi». (Le dichiarazioni nel video). 

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