Quasi ottomila pacchi di pasta consegnati a novembre, duemila famiglie aiutate: il 53% residenti a Cagliari, che ricevono anche pasti caldi e bombole del gas. Numeri impressionanti sulla povertà in città quelli registrati dalla Fondazione Domus De Luna al centro Exmè di Pirri: «Che non riceve nessun aiuto dal Comune e va avanti solo grazie alle donazioni dei privati», denuncia la consigliera di Progetto Comune per Cagliari, Marzia Cilloccu, che con i colleghi della minoranza ha presentato  un’interrogazione rivolta al sindaco Paolo Truzzu. 

«Il servizio è attivo dal 2012,  ma è cresciuto in maniera esponenziale dal 2020 per gli effetti della pandemia», spiega l’esponente del centrosinistra,  «viene effettuato nell'ex mercato di Pirri di proprietà del Comune, dove Domus de Luna opera con un contratto di locazione il cui importo è stato aumentato a 36mila euro annui». Un canone «da pagare con migliorie ai fabbricati, servizi sociali o per cassa. Poi vanno aggiunte le bollette di luce e acqua e la Tari».

Due anni fa l’aula di palazzo Bacaredda aveva approvato una mozione che riconosceva il ruolo centrale del centro aggregativo sorto nell’ex mercato «come risposta alle priorità sociali del quartiere di Santa Teresa, di tutta Cagliari e dell'hinterland». Intanto la situazione economica è peggiorata, come i dati che la rappresentano. 

La Cilloccu chiede se sia intenzione della giunta  «inserire il Centro Exmè fra i presidi essenziali per l'assistenza e la tenuta sociale del nostro territorio, al fine di prevedere in bilancio una somma che garantisca aiuti mirati al riconoscimento del grande lavoro svolto finora, in modo che si possa garantirlo anche in futuro». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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