Percepisci che qualcosa sta per accadere quando varchi il confine tra Masainas e Sant’Anna Arresi, profondo Sulcis, confine estremo della terra espropriata dalla Nato. I posti di blocco si susseguono come in un check point d’altri tempi. Fermano di tutto e di più, dai civili alle auto cariche di mimetiche. Meglio evitare disturbatori e curiosi, prima della grande guerra, quella che si scatenerà dal 27 aprile prossimo, alla vigilia de «Sa die de sa Sardigna», a ridosso di quel paradiso di Is Arenas Biancas, le dune bianche di Teulada. I Generali quando il Comipa, il Comitato Misto Paritetico per le servitù militari, ha posto riserve pesanti su queste nuove guerre a fuoco nei poligoni sardi, si sono quasi indignati.

Guerra & bontà

Guai a mettere in discussione la “bontà” e la “salubrità” di queste “esercitazioni”. Per loro il disastro ambientale messo nero su bianco dall’inchiesta penale della Procura di Cagliari è tutta un’invenzione. L’inferno che si sta per scatenare in quell’avamposto, per gli uomini “stellati” del ministero della Difesa, è solo una «straordinaria opportunità». Hanno persino il coraggio di raccontarlo con tanto di “promessi” guadagni economici per il territorio che li ospita, come se il futuro di una comunità potesse dipendere da venti giorni di bombardamenti dentro casa. L’ultimo Generale di Stato a destreggiarsi con “mirabolanti” promesse di benessere economico per Teulada e dintorni ha avuto l’ardire di citare, tutto a verbale, persino i benefici per le lavanderie locali, chiamate evidentemente a lavare mimetiche e annessi. Peccato che l’appalto del Ministero della Difesa sia stato un flop totale. Scrive la Gazzetta Ufficiale: «Il servizio di lavanderia a quantità indeterminata a favore delle forze armate appartenenti al trattato Nord Atlantico (Nato) impiegate nelle esercitazioni “Noble Jumpe 2023” in Sardegna è andato deserto».

Giro di lavatrice

Anche la promessa di un giro di lavatrice è andata a vuoto. Non andrà meglio per la ricaduta su alberghi e b&b. Quando allunghi lo sguardo oltre quel reticolato vietato a chiunque, nel poligono di Teulada, ti rendi conto che gli hotel li hanno costruiti ex novo. Mai un’occupazione di tale impatto su quei 7.200 ettari di servitù militare in terra sarda. Migliaia di posti letto in tenda, con veri e propri villaggi sorti come funghi sul fronte a nord, a vista della strada di confine.

Forestieri delle tende

Una logistica messa a punto direttamente da “forestieri” giunti sul posto direttamente dall’agenzia della Nato, quella che si occupa di alloggiare i militari in giro per il mondo. Lo schieramento sarà invasivo come poche altre volte, con 8 nazioni che stanno convergendo da mezz’Europa, con il chiaro obiettivo di dimostrare come l’organizzazione atlantica possa intervenire in maniera operativa in un’area sotto attacco. Per farlo, guarda caso, hanno scelto proprio la Sardegna. Per un mese sarà circondata dal mare e dall’aria, e occupata a terra. Il dispiegamento di mezzi da guerra sarà senza risparmio di energie e di armi micidiali, capaci non solo di devastare il territorio, ma anche di inquinarlo ulteriormente.

Otto eserciti

Le nazioni schierate, Germania, Olanda, Lettonia, Grecia, Repubblica Ceca, Norvegia, Lussemburgo e Italia non si faranno mancare niente. L’assalto sarà concentrico da nord e da sud. Arriveranno tre navi cargo, oltre quelle da guerra. Gli sbarchi dei mezzi avverranno nel porto di Cagliari e di Olbia. Gli aerei carichi di truppe, insieme ai jet, useranno gli aeroporti di Elmas, Decimomannu e Alghero. Come si addice ad una vera “colonia” militare, queste operazioni di guerra in terra sarda saranno gestite direttamente dal coordinamento Nato di Napoli.

Guerra a fuoco

Una vera e propria guerra a fuoco, visto che gli eserciti non stanno arrivando con “simulatori” e play station, come aveva “maldestramente” cercato di sostenere uno dei graduati del Comipa. La testimonianza è l’immagine che pubblichiamo del garage di una delle navi della marina tedesca che sta spedendo in Sardegna i nuovissimi Leopard 2 A7V, un mezzo con una capacità di fuoco senza precedenti con munizioni moderne a gittata estesa in grado di raggiungere un massimo di 5.000 metri. Del resto i piani di guerra per quei trenta giorni a Teulada e non solo sono devastanti: verrà esercitato quello che pomposamente chiamano il “multi-dominio”, dagli attacchi cibernetici al contrasto ai droni (anche sottomarini), sino alla minaccia nucleare e batteriologica-chimica.

Porto Canale militarizzato

Infine, con un provvedimento dell’ultim’ora, l’Autorità Portuale ha trasformato di fatto il Porto Canale di Cagliari in una nuova base militare, con la Regione che sta a guardare. Hanno fatto sloggiare dagli ormeggi le navi da crociera per dare una concessione alla Nato per 80 mila metri quadri. Lì stoccheranno armi e munizioni. La Sardegna è circondata.

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