«Avevamo ragione noi. Alla società che sta portando avanti questo progetto di fusione abbiamo chiesto da subito chiarimenti su un'operazione per la quale la Regione non è mai stata consultata e per tutta risposta abbiamo ricevuto una diffida a rilasciare dichiarazioni o intraprendere iniziative. Ora è l'Enac a chiarire ogni cosa e a riportare il tutto sulla strada del rispetto delle regole e del riconoscimento delle prerogative della Regione». A riassumere la situazione dopo la nota dell’Enac contro il progetto di fusione tra Geasar e Sogeaal è stato l’assessore ai trasporti, Antonio Moro, in Consiglio regionale.

L’ente nazionale per l’aviazione civile non lascia spazio a interpretazioni: il piano di F2i, il fondo d'investimento che controlla la maggioranza dei due scali e tratta da mesi per mettere le mani anche sulla Sogaer (Cagliari), deve fermarsi. Mancano le adeguate garanzie per la Regione, che deve mantenere il suo ruolo nella gestione di un settore cruciale per lo sviluppo dell'Isola.

I motivi del no ruotano attorno alle quote: ora la Regione controlla circa il 24% e il 6% di dei due aeroporti del Nord Sardegna, mentre nel progetto di fusione si prevede che mantenga poco più del 3%, una soglia inferiore al 10% «necessario per avere la facoltà di richiedere la convocazione dell'assemblea».

Non è detto, però, che questa sia l'ultima puntata della vicenda. Perché Geasar e Sogeaal sono intenzionate ad andare avanti.

Michele Ruffi

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