Sigilli al capitale sociale dell’Eurallumina: arrivano fino al Sulcis gli effetti della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e delle conseguenti sanzioni decise su attività russe

Congelati

Che l’Eurallumina di Portovesme fosse già all’attenzione degli organi competenti per la sua proprietà russa era noto dall’inizio della guerra ma, ai primi di maggio, il Comitato di sicurezza finanziaria (un organo del Ministero delle Finanze che, tra le altre attività monitora le attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale) avrebbe deciso di congelare il capitale sociale dell’Eurallumina, 15,5 milioni di euro, perché sarebbe considerata collegata all’oligarca russo Oleg Deripaska, anche se le quote azionarie sono detenute da una società cipriota che fa capo alla Rusal. Cosa succederà a questo punto alla raffineria ferma dal 2009 e al centro di un piano di rilancio da circa 300 milioni di euro? La fabbrica di Portovesme, che conta un centinaio di dipendenti e un piano industriale da realizzare con investimenti programmati dalla Rusal, potrebbe finire nelle mani del Demanio? Ogni anno la gestione di Eurallumina costa più di 20 milioni di euro. Chi vi dovrebbe far fronte se la gestione passasse al Demanio in virtù delle sanzioni?

Le reazioni

A Portovesme, nella fabbrica della Rusal, nessuno sa nulla. «Abbiamo appreso della notizia da un articolo di stampa ma non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione in merito dall’azienda - dice Enrico Pulisci, delegato della Rsu - tra l’altro qua dentro procede tutto regolarmente: i fornitori vengono pagati normalmente, noi lavoratori abbiamo ricevuto proprio nei giorni scorsi stipendio e quattordicesima. Insomma non c’è nulla che in questo momento ci parli di una situazione d’allarme».

Antonella Pani

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