Il Consorzio di Bonifica della Gallura ha calcolato (sul punto è stato commissionato uno studio ad hoc) che ogni anno nel nord est dell'Isola finiscono in mare circa duecento milioni di metri cubi d'acqua. Per avere un'idea dei termini della questione, si può ricordare che la più importante risorsa idrica della Gallura, il lago artificiale del Liscia, ha una portata massima di 104 milioni di metri cubi e attualmente è sotto quota 45 milioni.

Per affrontare la crisi idrica, e iniziare a recuperare almeno parte dell'acqua che va persa in mare, è stato varato il primo provvedimento concreto, una misura strutturale che il Consorzio di Bonifica della Gallura proponeva da anni.

È partito l'iter per la realizzazione di un impianto di sollevamento che consentirà di ottenere circa 6 milioni di metri cubi d'acqua dal fiume Padrongianus.

La prima tranche dell'operazione costa 2 milioni e 300mila euro ed è finanziata con un mutuo infrastrutture dell'Assessorato regionale ai Lavori pubblici. I lavori potrebbero iniziare nei primi mesi del prossimo anno. Il Consorzio di Bonifica attende anche altri 5 milioni di euro dall'Assessorato alle Politiche agricole per realizzare le opere che consentirebbe di utilizzare altri 6 milioni di metri cubi d'acqua pompata dal depuratore di Sa Corroncedda a Olbia.

Sono i primi passi di un piano ambizioso rimasto nel cassetto per anni. L'acqua recuperata e utilizzata per l'irrigazione, consentirà un carico inferiore di prelievo sul Liscia.
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