Il campo nel quartiere periferico di Sassari non poteva che essere dedicato al presidente e fondatore della società neroarancione, che dagli anni '70 agli anni '90 ha vissuto una vera epoca d'oro.

La squadra femminile arrivò sino alla A2, quella maschile sino alla B2. Dai Motzo agli Angius, dai Marcolongo alle Serradimigni, Roberta e Nunzia.

Tratto comune dei santorsolini: sfacciato talento e grande creatività in campo.

Il temporale che distrusse il pallone pressostatico fu un duro colpo per le prime squadre, ma il settore giovanile diretto da Chiarina Motzo rimase e continuò a sfornare giocatori e giocatrici di qualità che hanno fatto la fortuna non solo delle prime squadre del Sant'Orsola ma anche di altre formazioni sassaresi e non solo.

Il playground di Sant'Orsolaè stato rimesso in piedi da qualche mese grazie all'opera di tanti volontari guidati da Luca Angius, che ha giocato anche nella Dinamo, in A2. Colori rigorosamente nero e arancio.

L'inaugurazione ufficiale è avvenuta ieri sera. C'erano molti dei protagonisti di quegli anni, con i figli. Più qualche santorsolino acquisito, come Eugenio Masolo, campione d'Europa con Cantù poi rimasto a Sassari dove ha messo su famiglia.

Quel playground è molto più che un campo all'aperto, è il simbolo di un basket fantasioso e spettacolare.
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