Paradossalmente, Olbia-San Cesareo può essere considerata una sfida tra disperate. Se i laziali, che in classifica sono penultimi, si giocano domenica al Nespoli (ore 15) le residue chance di sopravvivenza, la squadra di Michele Mignani può solo vincere per non rischiare di fallire l'obiettivo playoff. Nel testacoda della penultima giornata di Serie D non ci sarà avversario che tenga.

Non per l'Olbia, che, a secco di successi dal 3 aprile (4-3 al Cynthia), è quinta, in posizione "a sandwich" tra Torres (+2) e la pari punti Arzachena. Qualcosa contro il San Cesareo dovrà cambiare. Perché se è vero che i 3 punti mancano da tre settimane, nelle ultime tre gare nessun attaccante è andato a segno: le uniche due reti le ha segnate alla Viterbese Geroni. Un centrocampista, e pure su palla inattiva. Può l'infortunio dell'under Coloritti giustificare un'inversione di tendenza così? "Escludo che il valore di una squadra dipenda da un giocatore", risponde secco l'allenatore dei bianchi nella conferenza stampa della vigilia.

L'occasione mancata contro l'Ostiamare pretende riscatto. "Che il San Cesareo debba salvarsi potrebbe essere un vantaggio", prosegue Mignani. "A differenza dell'Ostiamare, che ha lavorato tutto il tempo dietro la linea della palla, se la giocherà a viso aperto". Sul terreno d'elezione dell'Olbia.

Solito mistero sull'undici titolare. Per un Cacciotti squalificato (due giornate), c'è il portiere Ciotti che rischia di stare a riposo per problemi fisici. "Sia Van der Want che Deiana mi offrono ampie garanzie", glissa Mignani. "La verità è che, quando devi scegliere chi mandare in campo, ti dispiace per chi resta fuori: tutti, qui all'Olbia, meritano una maglia da titolare".

Anche l'allenatore? "No, non mi sento in discussione. Non è presunzione", chiude Mignani. "Semplicemente, penso che il lavoro fatto da il mio staff abbia dato i suoi frutti. Anche se, a volte, il risultato non è stato quello sperato".
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