Il mio futuro immediato è l'abbraccio a mia figlia Marika e la condivisione con gli amici delle emozioni vissute a X Factor . Quello che mi è successo è bellissimo ma anche pesantissimo e devo alleggerirmi». Ruvido di voce e di aspetto, un guscio che protegge l'animo sensibile e poetico di Giuliano Rassu. Musicista prima ancora che cantante, anche se proprio quel suo graffiato ora sferzante ora sensuale lo ha portato ad un passo dalla clamorosa vittoria. Perché - parliamoci chiaro - Marco Mengoni, l'istrione con vocalità androgina, era già il trionfatore dopo un paio di puntate. E il Pirata Morgan era ben deciso a fare la tripletta al talent show di RAI Due. Ha vinto Marco, evviva Marco. Ma evviva anche Giuliano. «Sì, ho vinto anch'io e festeggio». Lo dice allegramente a mezzogiorno del giorno dopo la lunga finalissima. «Non sono ancora andato a letto». Lo tengono in piedi l'adrenalina, il mirto rosso, il padre e gli amici.

Il futuro è già adesso e trova Giuliano desto. Oggi la Sony fa uscire l'EP del sassarese. Sei brani («hanno registrato senza dirmi altro») tratti dalla sua splendida cavalcata senza tentennamenti ad X Factor (mai in ballotaggio). C'è il pezzo che lo ha catapultato alla settima puntata dentro il programma: Warwick Avenue di Duffy. Poi Back to black di Amy Winehouse, A chi mi dice dei Blue, Mi ritorni in mente di Lucio Battisti e L'immensità di Don Backy. «Una canzone che non conoscevo. Poi è diventata la mia migliore amica». E naturalmente l'inedito Ruvido , pezzo soul che già le radio hanno iniziato a programmare. Lo hanno aiutato a scriverlo Diego Calvetti (quello che sta facendo la fortuna di Noemi) e Marco Ciappelli. E gli arrangiamenti sono di Fio Zanotti. «È sempre stato un mito per me. Ha collaborato con i grandi, da Battisti a Celentano, da Baglioni a Zucchero. Quando l'ho incontrato ero emozionatissimo. Mi ha colpito la sua purezza, il suo divertirsi come un bambino a fare musica. Anche io cerco di non perdere quel fanciullo che di notte si svegliava per sentire il padre suonare e che mentre gli altri giocavano ascoltava rapito lo zio Ginetto Ruzzetta, il padre della canzone sassarese, chiedendosi il segreto della magia di quelle note. Alla fine l'ho capito. La musica deve sgorgare dal cuore per arrivare al cuore».

Persona vera, grande persona, piuttosto che personaggio. Giuliano non si mette mai in primo piano. Al concerto sassarese di Piazza d'Italia ha presentato la sua band subito, anziché attendere la fine. «Per forza, sono gli amici coi quali ho sempre suonato. E io gli amici e le mie radici non le scordo. Voglio essere sempre Giuliano».

Non è una frase fatta. E non è nemmeno facile dopo le lodi ricevute: Gigi D'Alessio si è detto suo fan, 50 Cent e Checco Zalone hanno sentenziato che di meglio non c'era, Elio ha sottolineato l'intonazione perfetta, Dallo lo ha lodato per Caruso. «Dopo le prove mi ha detto che non l'aveva mai sentita cantare da altri così bene. Un commento vero, non forzato, perché lui è uno diretto. Come me. Come noi sardi».

Dulcis in fondo, gli occhi che paralizzano di Claudia Mori, rimasta stregata dalla voce e dalla persona di Giuliano. Lo ha introdotto nel clan Celentano, ha promesso di produrlo. «Tra me e Claudia c'è stata da subito come una Dinamo che produce energia. Sinché la Dinamo resta accesa può succedere di tutto».

Il futuro è adesso e Giuliano è pronto: «Mi sa che dovrò trasferirmi in Continente perché ho ricevuto diverse proposte». Non c'è il pericolo che le salite e le discese del mondo della musica lo schiaccino: «Un ragazzo dell'Est che lavora dietro le quinte di X Factor mi ha detto che la stella che brilla di più e più a lungo è quella più vicino alla terra».

GIAMPIERO MARRAS
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