Sono tutti legati alla più grande "fabbrica" del cinema, Hollywood, i tesori confiscati dalla procura statunitense perché ricollegabili a denaro illecito.

Soldi che provengono da un fondo malese da mezzo miliardo di dollari, che teoricamente servivano a promuovere lo sviluppo del Paese e in pratica venivano reinvestiti nel mondo del grande schermo.

Ci sono quadri di Picasso e Basquiat, i diritti delle pellicole di film come "The Wolf of Wall Street" e "Scemo + Scemo", e anche un Oscar di Leonardo Di Caprio: non quello che ha preso nel 2016 per la sua interpretazione in "The Revenant", ma uno di Marlon Brando, ricevuto in regalo.

LA MALESIA - Fu il premier malese Najib Razak a creare nel 2009 il fondo 1MDB (1Malaysia Development Berhad), per risollevare le sorti economiche della Malesia.

Ma quel denaro è andato a finire altrove.

Nel mirino in particolare è finito uno dei beneficiari, il businessman Jho Low, che ha usato un conto americano per riciclare 400 milioni di dollari ricevuti da 1MDB.

Negli Usa, Low si occupava degli investimenti di personaggi come Leonardo Di Caprio. Ed è a lui che ha regalato, con 3,2 milioni di dollari provenienti da quel conto, un Picasso con tanto di bigliettino: "Buon compleanno in ritardo, Leonardo!".

Per il dipartimento di Giustizia, poi, sono diversi i film finanziati con i milioni provenienti da quel conto. Tutti prodotti dalla Red Granite, società creata dal figliastro di Razak, Riza Aziz.

DI CAPRIO - Mentre il premier Razak e le stesse autorità malesi negano un traffico di quei fondi, l'attore non è accusato di alcun crimine: secondo il Guardian avrebbe anche usato quei beni per un'asta della sua fondazione ambientalista.

Adesso ha avviato le procedure per il trasferimento delle sue proprietà "illecite" agli Usa.

(Redazione Online/D)
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