"Tieniti forte", un po' come si direbbe prima di lanciarsi in un giro a perdifiato sulle montagne russe. Avviso, consiglio, mantra per la vita: a sussurrarcelo all'orecchio è Marco Carta, che, a un anno esatto dall'uscita e del suo ultimo disco, "Come il Mondo", ha deciso di intitolare così il sesto album di una carriera iniziata nove anni fa.

Era il 2008 e con la vittoria ad "Amici", seguita di un anno da quella a Sanremo, tra i Big, il cantante cagliaritano fu investito da un ciclone. Oggi, un disco di platino, "La forza mia", e uno d'oro, "Il cuore muove", più tardi, Marco ha imparato a resistere. Come, ce lo spiega nel nuovo personalissimo album, disponibile in formato fisico e digitale e anticipato dal singolo "Il meglio sta arrivando".

Lo abbiamo incontrato poco prima della partenza per il tour nelle librerie, che domani, dalle 17.30, lo porterà alla Mondadori del centro commerciale La Corte del Sole di Sestu, domenica, dalle 15, alla Mondadori di via Carlo Alberto ad Alghero e, infine, dalle 17 di domenica 4 giugno, al centro commerciale Sant'Ignazio di Villacidro. Ecco cosa ci ha raccontato.

Un nuovo disco a solo un anno di distanza dal precedente.

"'Come il mondo' non mi ha soddisfatto a pieno, è stato fatto in due anni, che musicalmente, umanamente e professionalmente sono tanti. Dal momento del concepimento a quello della nascita del disco io ero cambiato e così le mie esigenze e le mie sonorità".

Questa volta è stato tutto molto più veloce.

"Sì, abbiamo fatto tutto nell'arco di otto mesi molto intensi e devo dire che questo lavoro appaga molto di più le mie aspettative e i miei sentimenti. È un disco che mi rispetta".

Il titolo: "Tieniti forte", è un mantra, ma per cosa?

"È il filo conduttore che attraversa tutte le canzoni del disco. Si riferisce alla vita, alla necessità di tenersi forte a qualcosa, una concezione che per me è cambiata tantissimo dagli inizi, quando avevo vent'anni, a oggi, che ne ho trentadue".

A che cosa si tiene forte adesso?

"Alle amicizie, le poche più care che ho, alla mia famiglia e ho imparato a rispettare i miei sentimenti e la mia volontà".

Che ruolo ha avuto in tutto questo l'avventura all'Isola dei Famosi?

"L'Isola ti dà modo di pensare tanto, perché la privazione, di cibo e di affetto, amplifica all'ennesima potenza i sentimenti e la consapevolezza dei bisogni che abbiamo. Non ho mai amato la mia famiglia quanto l'ho amata lì, mi mancava moltissimo. E poi ti trovi ad avere a che fare col tempo, con l'idea che la vita non è infinita e che non vuoi assolutamente sprecare i tuoi giorni".

Nel singolo "Il meglio sta arrivando" dice: «A forza di sentire tutto, non sentiamo niente».

"La vita a volte ti imbastardisce e ti indurisce. Quando ti succede qualcosa di brutto e ti succede ripetutamente ti fortifica, ma può anche renderti insensibile, come i medici, che a forza di stare a contatto col dolore e la malattia diventano freddi e distaccati".

È la canzone che la rappresenta di più?

"No, credo che sia 'Dalla stessa parte', a livello emotivo e personale mi descrive completamente. La cosa divertente è che non l'ho scritta io, ma Gigi Fazio e infatti quando l'ho ascoltata ci sono rimasto".

Per quanto riguarda la musica, invece, come ha lavorato a questo disco?

"È stato bellissimo, perché, dopo dieci anni passati in sala di registrazione, ho finalmente avuto modo di mettere mano a tutte le fasi della lavorazione, dalla scrittura, alla produzione, al mastering. Questo anche grazie al mio nuovo management, che è giovane e ha voglia di collaborare e non di affibbiarmi delle cose e dire: canta, come succedeva in passato".

Per finire: com'è stato cantare la nuova sigla di Spongebob?

"Io sono un super fan di Spongebob, è demenziale proprio come me, e quando me l'hanno chiesto ho accettato subito. Una cosa che ha pompato il mio ego, poi, è che non c'è mai stata una sigla italiana, quindi sono il primo".

Cinzia Meroni

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