Come preannunciato dal presidente del partito Orfini, la Direzione del Partito democratico - conclusa alle 20 dopo cinque ore di dibattito interno - è terminato con un voto: i membri del "parlamentino" democratico hanno infatti approvato all'unanimità la relazione di Maurizio Martina, riconfermandolo come segretario reggente.

Chiusura verso il M5s e il centrodestra e stop agli odi all'interno del partito sono le linee tracciate nella relazione del politico bergamasco.

Martina ha concluso l'incontro prendendosi la responsabilità di guidare la delegazione del partito lunedì per l'ultimo giro di consultazioni al Colle: "Penso che se si condivide lo spirito della relazione, compresa la richiesta di fiducia. Io questa assunzione di responsabilità la prendo tutta. Non esiste nessuna resa: si fa politica. Si cerca di ascoltare, di definire un quadro, di ascoltarci. Abbiamo un passaggio lunedì di nuove consultazioni con il Presidente della Repubblica".

IL DISCORSO DI MARTINA - "Non si è mai trattato di dire un sì o no - ha detto il politico nel suo intervento -, mai di decidere sì o no a un governo con M5S ma di decidere se lanciare una sfida culturale ai 5 Stelle, una sfida del cambiamento senza nessuna rinuncia ai nostri valori. Non una resa ma un rilancio".

Oggi però, prosegue Martina, "il capitolo con i 5 Stelle è chiuso: serve un cambio di passo immediato pena l'irrilevanza e la marginalizzazione. Basta odi tra di noi".

"Quella del 4 marzo - ha aggiunto - è stata una delle più gravi crisi nella storia del centrosinistra e la nostra discussione deve ripartire da qui perché non possiamo rimuovere quello che è accaduto. Dobbiamo riflettere, analizzare e capire per cambiare".

CALENDA DIFENDE RENZI - Nel suo primo discorso in una direzione del Pd il neoiscritto Carlo Calenda si è scusato con il reggente: "Voglio pubblicamente scusarmi con Maurizio Martina per aver detto che avrei strappato la tessera del Pd, ma voglio anche spiegare il perché di quella affermazione: per me è improponibile l'ipotesi di un governo con Di Maio, non stiamo parlando di padri costituenti e nessuno nel partito ha mai pensato di percorrere quella strada".

Il ministro dello Sviluppo economico, ha poi difeso Matteo Renzi e la sua posizione di assoluta contrarietà a un accordo con i grillini, espressa durante l'intervista alla trasmissione "Che tempo che fa": "Non ha sbagliato a prendere posizione contro l'ipotesi di dialogo tra Pd e M5s perché è figura di spicco del partito e del Paese".

Per l'ala dialogante invece ha preso la parola la prodiana Sandra Zampa, secondo cui "i 5stelle rappresentano una realtà che noi vogliamo negare. Oggi possiamo rifiutare il confronto con loro ma non sarà possibile ignorare la realtà. Il Pd non ha compreso la sofferenza e la vulnerabilità delle persone, del Sud in primo luogo cosa che invece M5s ha capito".

LE CRITICHE A RENZI - A criticare invece l'ex premier sono stati invece gli esponenti della minoranza della cosiddetta "Area Dem". Tra tutti, il ministro della cultura Dario Franceschini, che ha attaccato frontalmente il politico toscano: "Abbiamo immaginato di iniziare a percorrere la strada del confronto con i grillini che non portava automaticamente a un accordo di governo. L'intervista di Matteo Renzi ha interrotto questo percorso per il peso numerico e politico che ha. Tanto che 10 minuti dopo Di Maio ha detto 'dialogo chiuso'. Ci saremmo dovuti arrivare dopo un confronto".

Nessuna parola di rimprovero invece per Martina: "Ho apprezzato la relazione equilibrata di Maurizio. Dobbiamo tornare ad ascoltarci, ad accettare le opinioni altrui".

Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando è intervenuto all'assemblea sostenendo che "un governo è 'di tutti' se ci stanno tutti. Ma credo sia difficile. Quindi prepariamoci al voto consapevoli che una barca con due timoni non va".

(Unioneonline/M-D-F)

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