Da molti è stato definito un post "al veleno" quello che Vittorio Di Battista, padre del più noto Alessandro del Movimento 5 Stelle, ha scritto contro i grillini.

Dibba senior si dice "amareggiato, infastidito e insoddisfatto", quel partito, spiega, doveva aprire la politica con l'apriscatole, "ma il tonno è rimasto nella scatoletta: ci hanno dato il contentino di cambiare qualche goccia di olio rancido"; e parla anche di un movimento che non ha più "quella rabbia che aveva dato vita allo Tsunami".

E nelle sue parole non ha risparmiato il leader Luigi Di Maio, reo di aver dimenticato la verve rivoluzionaria dei primi anni.

"Dal primo intervento, ottimo, in Parlamento, quello sui marò sacrificati agli interessi di qualcuno ha scritto - non abbiamo più incalzato, minacciato, urlato ed impedito agli altri di riprendere fiato. Subito siamo diventati osservanti delle regole, rispettosi delle istituzioni, timorosi di venire rimproverati ed espulsi", parole che rimarcano le critiche: "Siamo stati 'rivoluzionari' per qualche settimana, 'incomprensibili' per qualche mese, 'preoccupanti' per qualche semestre. Poi la sottomissione alle regole, il timore di venir criticati, la scelta di essere 'perbene' e di comportarsi da persone perbene".

Che Vittorio Di Battista sia un uomo di destra non è un mistero, in alcune occasioni si è detto un "fascista orgoglioso", e se il figlio - che ha già annunciato che non si ricandiderà - abbia o meno apprezzato le sue esternazioni non si sa: "Forse non le ha lette, ci vediamo pochissimo".

(Redazione Online/s.s.)

L'ANNUNCIO, "NON MI RICANDIDO":

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