Al voto la cacciata di altri due esponenti Cinque Stelle considerati dissidenti: si tratta dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna, da tempo considerati dissidenti. Scrive Grillo sul suo blog: "I cittadini deputati Massimo Artini e Paola Pinna stanno violando da troppo tempo il codice di comportamento dei Parlamentari M5S sulla restituzione di parte dello stipendio liberamente sottoscritta al momento della loro candidatura senza la cui accettazione non sarebbero stati candidati. Finora, con i 10 milioni di euro restituiti dagli altri cittadini parlamentari, il MoVimento 5 Stelle ha creato lavoro con i fatti, finanziando la nascita di nuove imprese, uno sbocco per ragazzi disoccupati".

Chi non restituisce parte del proprio stipendio come tutti gli altri, continua Grillo, "non solo viola il codice di comportamento dei parlamentari M5S, ma impedisce a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro".

GRILLO ALL'ATTACCO - "Massimo Artini da gennaio ha applicato un sistema di rendicontazione personale dove, mancano all’appello 7.000 euro", si legge. "Nonostante i solleciti del capogruppo e dello staff ad attenersi alle regole, come potete verificare, il cittadino deputato Artini continua a non utilizzare il portale online per le rendicontazioni e quindi a non restituire i rimborsi spese", scrive lo staff della Casaleggio. Stessa motivazione per Pinna: "E' inaccettabile che la cittadina deputata non faccia bonifici sul fondo per il microcredito da quasi un anno al contrario di tutti gli altri parlamentari che hanno restituito una media di 50.000 euro a testa".

LA CACCIATA AL VOLO - "Quindi valuta: Sei d'accordo che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?", è la conclusione del post.

LA REPLICA DI PAOLA PINNA - "Quanto apparso poco fa sul blog di Grillo è falso. Per non parlare di quella che è una vera e propria sospensione dello stato di diritto. Il sondaggio sull'espulsione è una violazione delle regole perché non passa dall'assemblea, perché si danno informazioni false e perché c'è solo una versione". Così Paola Pinna, deputata M5S sottoposta a procedura di espulsione, sulla sua pagina Facebook. "Non è vero che mi son tenuta i soldi ma ho versato la parte prevista a Fondo di garanzia per le Pmi e Caritas".

Ancora: "Ho versato la parte" dell'indennità parlamentare "prevista dal codice di comportamento al Fondo di garanzia per le Pmi e i risparmi sui rimborsi forfettari di soggiorno a Roma alla Caritas. Perché c'è chi sta molto peggio di chi ancora può chiedere un prestito seppur assistito da garanzia dello Stato: c'è anche chi ha chiuso l'attività e chi ha perso il lavoro o non l'ha mai avuto", spiega Paola Pinna. "Sul sito www.tirendiconto.it abbiamo deciso di non pubblicare" il resoconto delle spese "in 18" parlamentari, "perché ci sono troppi dubbi sulla gestione e attendiamo delle risposte. Tutti abbiamo pubblicato i rendiconti sui nostri blog", afferma Pinna, che conclude "Sul mio blog www.paolapinna.it sono caricate le contabili dei bonifici fino al mese di settembre, tre mesi in più rispetto al blog".
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