Ha osato sfidare i capi del suo villaggio. E per questo è stata stuprata e uccisa. La vittima dell'ennesima barbarie perpetrata in India è una ragazza di sedici anni, che - secondo quanto riportato dal Times of India - ha avuto il coraggio di protestare contro una decisione del "tribunale" della comunità dove vive la sua famiglia, nel West Bengala, che aveva condannato suo padre per una disputa commerciale. Dopo la protesta, il corpo della giovane è stato trovato senza vita, accanto ai binari di una ferrovia. In seguito all'omicidio, la polizia ha arrestato tre uomini, ma sarebbero 13 le persone che avrebbero preso parte all'inumana esecuzione. Tra di loro, anche il leader locale del partito Trinamul Congress, che è al potere nello Stato che ha come capoluogo Calcutta. Secondo la ricostruzione della polizia, la ragazza, prima di venire violentata e uccisa, sarebbe stata anche costretta a "sputare per terra e a leccare la propria saliva" per aver definito "sbagliato e illegale" il giudizio delle autorità del villaggio, che avevano intimato ai suoi genitori di lasciare la propria casa entro un mese. Un ultimatum che ha fatto scattare la rabbia della ragazzina, punito dal branco nella maniera più atroce.
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