Alta tensione fra il Ruanda e la Francia in occasione della commemorazione dei vent'anni dal genocidio avvenuto nel Paese africano. Presenziando alla cerimonia a Kigali, durante la quale è stata accesa una fiaccola che brucerà per cento giorni, il presidente ruandaese Paul Kagame ha infatti accusato il governo di Parigi di aver avuto, nel 1994, parte alla sanguinosa guerra civile tra le fazioni hutu (i principali responsabili delle stragi) e tutsi, costata la vita a oltre un milione di persone. Addirittura, l'ambasciatore francese è stato dichiarato "persona non gradita". L'ex premier transalpino Edouard Balladur, in carica in quegli anni, nega ogni addebito definendo le accuse "una menzogna interessata". Il leader ruandese, però, ha rincarato la dose, affermando che "la Francia era coinvolta prima, durante e dopo il genocidio". Della strage avvenuta nel cuore dell'Africa vent'anni fa ha parlato anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Definendola: "una vergogna ancora da cancellare per l'Onu, che fu incapace di impedire i massacri".
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