Mancano ormai pochi giorni al termine della presentazione del Def (il 27 settembre), che precede la legge di Bilancio di metà ottobre.

Ieri si sono registrati passi avanti nelle tre ore di riunione a palazzo Chigi: dopo giorni di trattative sul deficit, sembra che il ministro dell'Economia Giovanni Tria stia cominciando a cedere sul paletto all'1,6%. Oltre il 2% non si va, questo è stato chiarito più volte, ma andare appena sotto può liberare qualche miliardo per le riforme da avviare.

"Il ministro Tria ha preso atto della volontà politica della Lega e del Movimento 5 stelle di realizzare formule importanti di cambiamento", dicono fonti della Lega. Le coperture, questa almeno l'intenzione, devono avere un basso impatto sui conti pubblici, senza aumentare tasse e Iva perché "senza crescita non può esserci sviluppo e non si cambia il Paese".

"Siamo soddisfatti - confermano anche i pentastellati - perché si è deciso di mettere da parte alcune misure per garantire il superamento della Fornero. C'è stata inoltre condivisione su quella che è sempre stata la linea M5s, cioè che i cittadini vengono prima delle virgole".

Per la Lega, dunque, c'è intesa sulla quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi), la riforma fiscale e un sistema snello di ammodernamento delle opere pubbliche.

Per i 5 Stelle c'è l'ok sul reddito di cittadinanza, che il ministro per il Lavoro ha specificato andrà solo agli italiani. "Con i flussi irregolari - ha detto Di Maio, in questi giorni in Cina - è impossibile non restringere la platea agli italiani".

(Unioneonline/D)

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