"Una prima azione di sciopero di quattro ore, dalle 14 alle 18, giovedì 23 febbraio per l'ostinazione dell'azienda a perseguire una condotta di chiusura".

Così le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta hanno proclamato in una nota unitaria la mobilitazione contro Alitalia.

Nella situazione attuale – dicono i sindacati – lo sciopero "si conferma l'unico strumento democratico per la tutela dei diritti dei lavoratori".

L'annuncio era nell'aria, dopo che anche il secondo confronto tra le parti, svolto ieri in sede ministeriale, si è concluso senza risultati.

I sindacati puntando quindi il dito contro "la totale assenza di un piano industriale, le scelte unilaterali di disdetta del contratto nazionale del trasporto aereo che violano gli accordi interconfederali vigenti e cancellano automatismi di adeguamento retributivo e le ripetute violazioni dei numerosi accordi integrativi al Ccnl".

Per la stessa giornata del 23 febbraio, sono inoltre in programma due scioperi di 24 ore del personale Alitalia: uno proclamato dal Cub trasporti e l'altro (solo del personale navigante) proclamato da Anpac, Anpav e Usb.

LA "PROPOSTA" DI RYANAIR - Intanto, mentre il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio assicura che non esiste la prospettiva di un'entrata della mano pubblica nella compagnia, la low cost Ryanair torna a corteggiare la compagnia italiana.

Secondo l'amministratore delegato della società irlandese, il futuro di Alitalia è il lungo raggio e il vettore "non potrà mai guadagnarci in un mercato come quello italiano dove ci siamo noi e non potrà nemmeno operare anche come una low cost".

O'Leary, che il 13 dicembre scorso ha incontrato a Roma l'ad di Alitalia Cramer Ball offrendogli una collaborazione, è tornato a ribadire la propria disponibilità, ma a patto che la compagnia italiana si liberi dei vincoli con Air France.

In effetti, Alitalia starebbe studiando due diversi modelli di business, uno sul lungo raggio e un altro sul breve e medio. E per quest'ultimo sono circolate due ipotesi: la creazione di un proprio ramo low cost, o la possibile cessione dell'attività a Ryanair o Easyjet.

LA RISPOSTA DEI SINDACATI - "Ben venga qualsiasi progetto proposto da altri competitor di Alitalia che tuteli l'industria del trasporto aereo italiano, purché si giochi la partita sulle capacità imprenditoriali e non sulla pelle dei lavoratori'', ha commentato Emiliano Fiorentino, segretario nazionale della Fit-Cisl.

'"In attesa della convocazione ufficiale di Alitalia, dove entreremo nel merito di tutte le questioni ormai note, è sconcertante - aggiunge Fiorentino - leggere quanto dichiara O'Leary. Noi stiamo combattendo per salvare posti di lavoro e salari, diritti che non crediamo che possano essere garantiti da una compagnia aerea che in Italia crea solamente dumping sociale, destabilizzando l'industria del trasporto aereo".
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