I comuni sardi hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica in misura superiore a quelli del resto d'Italia e, in particolare, delle amministrazioni del Sud del nostro Paese.

Il dato si ricava dallo studio Anci/Infel pubblicato nei giorni scorsi.

Tra i dati più eclatanti quello che riguarda l'impatto su ciascun cittadino dell'Isola che, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015, ha dovuto sborsare 202 euro contro i 191 degli altri cittadini del Meridione d'Italia.

L'effetto è stato pesante, nello stesso periodo, sui bilanci dei comuni sardi; che hanno avuto 284 milioni di euro in meno di risorse nel confronto con le altre amministrazioni del Sud e un prelievo fiscale più pesante di 171 milioni.

La riduzione pro-capite delle risorse, peraltro, ha ancora penalizzato la Sardegna: 171 euro contro i 105 del Meridione, con l'effetto più pesante per i comuni sardi sotto i mille abitanti.

"I dati sono chiarissimi - ha commentato il direttore di Anci Sardegna Umberto Oppus - e confermano che i comuni sardi hanno dato più degli altri e che, di conseguenza, è necessario da parte dello Stato un intervento di perequazione".
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