Il mirto sardo è imbottigliato dalla burocrazia e così il marchio di qualità può attendere. Al 13 agosto saranno due anni. Da tanto il noto liquore, ottenuto dall'infusione delle bacche dell'arbusto, aspetta l'ultimo via libera dall'Unione europea, dopo che nella Gazzetta ufficiale dell'estate 2013 il ministero dell'Agricoltura aveva dato il suo benestare al bollino di Indicazione geografica (Ig).

È il primo caso di marchio agroalimentare “fantasma: c'è ma non si vede. Come ha anticipato il notiziario Chartabianca, da Bruxelles sollevano questioni non formali: agli euroburocrati non piace che nel disciplinare di produzione sia vietato l'imbottigliamento oltre i confini della Sardegna.
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