I prezzi del petrolio e la debacle di Saipem mettono la zavorra ai conti dell'Eni, che chiude il secondo trimestre in rosso, mantenendo comunque l'utile netto adjusted in positivo, anche se in forte flessione.

Bene vanno invece le cose sul fronte della produzione, del recupero dei settori da tempo in difficoltà e, soprattutto, del cash flow che vola a 5,7 miliardi di euro.

Anche per questo l'ad Claudio Descalzi parla di "ottimi risultati industriali".

Con un greggio che viaggia al di sotto di quota 50 dollari, e che ha già affondato colossi come Bp e Shell (il gruppo anglo-olandese ha annunciato 6.500 esuberi), i risultati registrati dall'Eni non stupiscono: il gruppo petrolifero chiude il secondo trimestre con un risultato netto in perdita di 0,11 miliardi e un utile netto adjusted, quello maggiormente preso in esame dal mercato quando si parla di compagnie petrolifere, che crolla dell'84% a 0,14 miliardi di euro.
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