La corruzione è una piaga per il nostro Paese, "spuzza", rende le persone "putredine verniciata" per usare le parole pronunciate da papa Francesco nel 2015 davanti ai giovani di Scampia.

Soprattutto ha ricadute pesanti sulla qualità della vita e sulle prospettive di troppi italiani, ma continua a essere sottovalutata, a non essere combattuta con il necessario impegno.

Dalle parole del Santo Padre e da queste amare considerazioni parte il libro di Raffaele Cantone e Francesco Caringella La corruzione spuzza (Mondadori, 2017, Euro 18, pagine 261; anche Ebook), vero e proprio grido d’allarme, anzi di dolore su come i fenomeni corruttivi stanno incidendo profondamente sulla nostra vita quotidiana e stanno minando il futuro del nostro Paese.

Da magistrati che quotidianamente hanno a che fare con corrotti e corruttori, Cantone e Caringella non si limitano a denunciare una situazione che ci vede al sessantesimo posto mondiale come livello di corruzione e stabilmente agli ultimi posti tra i Paesi dell’Unione europea in questa speciale classifica; ma ci raccontano l'indifferenza e la passività con cui questi fenomeni di malaffare continuano a essere accettati, tollerati come il minore dei mali, considerati un peccato in fondo veniale, vizietti necessari per rimanere a galla.

La corruzione, invece, pesa concretamente sulla possibilità di ripresa economica dell’Italia. "Segnala" alle imprese e agli investitori stranieri che il Belpaese è poco affidabile e manca di norme chiare che puniscano corrotti e corruttori.

Insomma, meglio rivolgersi altrove se si vogliono garanzie di trasparenza e di efficienza.

Allo stesso tempo – come denunciano i due autori – i fenomeni corruttivi non "oliano i meccanismi", non facilitano le cose. Rappresentano anzi uno spreco di risorse economiche dato che il denaro invece che per cose utili viene utilizzato per "ungere gli ingranaggi". Soprattutto il malaffare riesce a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi.

Tutta questa tolleranza per la corruzione alimenta quindi malessere sociale, sfiducia, cinismo, toglie speranza e iniziativa, soprattutto ai giovani e ai meritevoli.

Insomma la corruzione è una zavorra che ci sta trascinando sempre più a fondo e a questo dovrebbero pensare i nostri politici, così tentennanti e pavidi ogni qual volta ci siano da votare norme anticorruzione e a favore della legalità.

Roberto Roveda

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