I questionari sono stati distribuiti nel corso del Progetto Alcohol imprinting del Centro per il Trattamento dei disturbi Psichiatrici Alcool-correlati dell'Asl 8 di Cagliari, diretto dalla psichiatra Graziella Boi, del Dipartimento di Salute mentale diretto dallo psichiatra Augusto Contu. Il progetto, ancora in svolgimento, ha consentito di realizzare l'indagine conoscitiva fra gennaio e marzo di quest'anno. I dati hanno evidenziato una realtà giovanile allarmante. "Con i miei amici beviamo ogni sabato alcolici, a volte anche la domenica, ci sballiamo molto", ha scritto un ragazzo. Ma l'abitudine all'alcol non si apprende solo fuori dalla famiglia: "Mio zio a 3 anni mi ha dato una birra, a 5 anni il vino, a 10 anni la sambuca, a 12 la vodka, a 14 anni mi ha dato la grappa". Su un campione di 1.595 questionari anonimi raccolti sinora i ragazzi (47%) e le ragazze (52%) hanno risposto correttamente a meno del 50% delle domande dimostrando una scarsa conoscenza dei rischi causati dall'utilizzo di alcolici in giovane età e del loro abuso. Non è stata rilevata alcuna differenza in base al sesso, all'Istituto scolastico e al contesto socioculturale della famiglia. L'iniziativa, alla seconda edizione, ha avuto anche l'obiettivo - è detto in una nota - di predisporre un manuale per portare avanti, assieme agli insegnanti, un progetto di sensibilizzazione, un programma di informazione e prevenzione nelle scuole superiori contro l'abuso delle sostanze alcoliche tra i giovani. In base ai dati raccolti, alla domanda "Quando ti sei sentito giù, triste o depresso, ti è capitato di assumere alcol o droghe?", il 33% ha ammesso di aver usato alcolici (23%), droghe (4%) e alcol e droghe (6%). Il 46% ha risposto sì alla domanda "Per divertirti con gli amici ti è capitato di utilizzare alcol e droghe?". Gli esiti di questa indagine hanno dimostrato, secondo gli specialisti, che vi è poca informazione tra i giovani sui danni causati dall'alcol.
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