Sono alcuni dei motivi che hanno spinto oggi i sindacati Uilpa Penitenziari, Fp Cgil e Sinappe a manifestare in via Tuveri a Cagliari davanti al Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria. "Manifestiamo contro la decisione di sopprimere la scuola di polizia penitenziaria di Monastir e gli istituti di Iglesias e Macomer - ha evidenziato il segretario regionale del Sinappe, Sandro Serra - ma anche per lamentare la cronica carenza di organico: nell'isola dovrebbero esserci 1.924 agenti di polizia penitenziaria ma, invece, il numero è fermo a 1.400". Al sit-in davanti al Provveditorato, a cui hanno preso parte una cinquantina di persone, accanto ai sindacati c'erano politici e il Comitato dei cittadini contro l'apertura del Cpsa a Monastir. "La soppressione della scuola - ha evidenziato Michele Cossa coordinatore dei Riformatori - è una perdita gravissima non solo per il Corpo ma per tutta la Sardegna. » un ulteriore impoverimento. Rimangono i problemi della Polizia penitenziaria con personale non sufficiente per le carceri sarde costretto a doppi turni di lavoro". Dello stesso avviso Romina Mura, deputata del Pd e sindaco di Sadali: "Trovo assurda e irrazionale la chiusura di una scuola che invece potrebbe essere adibita a spazio formativo interforze, i nostri agenti saranno costretti ad andare a Roma per la formazione. Inoltre rimane il problema della carenza di personale che potrebbe ricadere anche sull'apertura del carcere di Uta. Lavoreremo affinché per la nuova struttura ci sia personale sufficiente". Parla di tempi di colonizzazione penitenziaria il consigliere regionale del Centro democratico Annamaria Busia: "Lo Stato non può decidere di chiudere e aprire istituti penitenziari senza sentire il governo Regionale - ha detto -. Occorre che la Regione prenda parte alle decisioni, basta dictat da Roma".
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