Alcuni copertoni appoggiati davanti alla porta di metallo e liquido infiammabile: sono gli elementi utilizzati durante la notte per incendiare una cabina elettrica dell'impianto fotovoltaico di Narbolia, già al centro da tempo di contestazioni da parte di ambientalisti e ecologisti. Il rogo, domato dai Vigili del fuoco di Oristano, ha semidistrutto la struttura in muratura della cabina e il tetto in legno ma non ha provocato danni funzionali alla centrale fotovoltaica. Sul luogo sono intervenuti anche i Carabinieri della Compagnia di Oristano che ora indagano per accertare movente e responsabili. Non si esclude che possa trattarsi di un incendio doloso.

La centrale fotovoltaica di Narbolia appartiene alla società Enerpoint di Nova Milanese che fa riferimento a una azienda che ha sede a Hong Kong ed è tuttora oggetto di una protesta durissima, ma sempre condotta con metodi legali, da parte di un comitato spontaneo che opera col supporto di associazioni come Italia Nostra, Adiconsum e Wwf. I numeri dell'impianto: 1.614 serre fotovoltaiche da 200 mq ciascuna su 66 ettari di terreno fertile per un totale 110 ettari di terreno destinati a produrre energia in tre impianti fotovoltaici da un megawatt ciascuno. Le serre fotovoltaiche si trovano a circa un km dagli abitati di Narbolia e di San Vero Milis. La centrale di Narbolia è una delle più grandi nell'isola.
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