"Con questo provvedimento l'Antitrust riconosce ancora una volta la fondatezza delle nostre denunce contro i signori del mare". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci, commentando la decisione dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che accertato l’inottemperanza di Moby e Cin ai rimedi del provvedimento di giugno 2012, confermando le contestazioni mosse nel provvedimento di avvio ed irrogando sanzioni di 500.000 e 271.000 euro, rispettivamente a Moby e CIN.

LA VICENDA - Per capire esattamente di cosa si parli occorre però fare un passo indietro. Nel bollettino dell'8 luglio 2013 l'Autorità Garante della Concorrenza contestava alle compagnie di navigazione Moby e Cin di non avere rispettato le prescrizioni imposte dalla stessa Antitrust dopo l'acquisizione della Tirrenia. Alle due società erano stati dati 30 mesi per presentare la difesa. Insomma, l'Antitrust parteva quindi dal presupposto che le due compagnie non avessero attuato le misure imposte nel giugno del 2012 come condizione per dare il via libera all'acquisizione della compagnia di bandiera dei traghetti. Misure che consistevano nella rescissione di accordi di code sharing sulle rotte Civitavecchia-Olbia, Genova-Porto Torres e Genova-Olbia e nell'applicazione di tariffe – sulle medesime rotte - "tali da mantenere invariato il ricavo medio realizzato da Moby nella stagione estiva 2009". L'Antitrust ha ora accertato l’inottemperanza di Moby e Cin, sanzionando le due compagnie.

IL GOVERNATORE CAPPELLACCI - "É l'ennesima prova (il provvedimento Antitrust, ndr) - che, così com'é, il sistema dei collegamenti marittimi non può andare avanti. Il diritto alla mobilità dei sardi non può essere degradato a benevola e solo eventuale concessione, ma deve essere pienamente effettivo e protetto da garanzie adeguate. Per questo - ha concluso Cappellacci- non possiamo più essere vincolati da decisioni e contratti discussi e decisi da altri. In forza del pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha stabilito che la Sardegna non deve essere solo sentita, ma deve essere coinvolta, e dei provvedimenti dell'antitrust, che hanno accertato la fondatezza delle nostre denunce, rivendichiamo ancora un volta il passaggio delle competenze e delle risorse sulla continuità territoriale marittima alla Regione. Vogliamo essere noi ad autodeterminare - ha concluso Cappellacci - le scelte in materia".
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